Riprendiamo da un testo inedito di monsignor Giovanni Battista Montini (giugno 1953, allora Sostituto della Segreteria di Stato vaticana) la parte dove si parla di Charles de Foucauld, della sua vita, della sua spiritualità, del suo modo originale di evangelizzare e di fare comunità

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Un’esistenza tanto variegata e tormentata, quella di Charles de Foucauld, vita vagabonda e al tempo stesso calma, solitaria e desiderosa di incontri spirituali, agitata da molteplici esperienze e da insolite avventure e così diventata sempre più semplice e raccolta, sempre più spoglia e sempre ricca di bontà e di amore, questa vita sconvolgente e seducente si leva come una luce tenue tra le mille luci ingannevoli del nostro secolo e più si allontana da noi nel tempo più diviene un faro che traccia un cammino.

Questo istinto di una evangelizzazione nella forma più umile è diventato oggi l’ideale e il carisma dei discepoli di Carlo de Foucauld. Escono dai percorsi abituali al fine di custodire la tradizione evangelica, lasciano l’abito religioso per indossare quello del duro lavoro e della povertà; rinunciano a comunità ben organizzate in strutture impersonali per dar vita a piccoli nuclei di amici che lavorano, pregano, vivono insieme; rifiutano qualsiasi segno di distinzione esteriore per assimilarsi alle classi sociali più modeste dove hanno scelto di vivere.

Fanno del distacco dalle cose, dell’abbassarsi, della pazienza uno strumento silenzioso di predicazione, una possibilità di amicizia, di apostolato. Ma soprattutto custodiscono nell’intimo del cuore e nel nascondimento delle loro povere abitazioni un’intensa, ardente spiritualità di contemplazione e adorazione e qui attingono la protezione contro un ambiente segnato dalla perdita dei valori morali e la capacità di diffondere l’ineffabile profumo di Cristo. […]

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