Redazione
Non esiste Paese al mondo nel quale sia stata concepita una così grande quantità di tipi di croci come in Etiopia, enclave cristiana nell’Africa orientale. Sin dal momento della conversione del Paese al Cristianesimo (intorno al 330 d.C.) l’onnipresenza della croce appare quasi universale, non solo quale strumento liturgico in chiese e monasteri, ma anche nella devozione comune e nella vita di tutti i giorni: come elemento unificante e di distinzione di un popolo.
L’antico impero di Aksum fu il primo a rappresentare la croce sulle sue monete e la croce marchia con il suo segno l’architettura e il paesaggio etiopico. Ne attesta l’appartenenza. Grandi e preziose croci sono portate erette su un lungo bastone nel corso di funzioni sacre e di processioni; croci manuali – come quelle che ancora al giorno d’oggi i preti portano – sono offerte al bacio dei devoti; croci pettorali accompagnano la vita dei fedeli. Tutte sono frutto dell’inventiva degli artigiani etiopici, rappresentate nelle più svariate fogge e nei più diversi materiali.
Non ancora nota alla conoscenza dei più, l’espressione artistica di tale patrimonio culturale viene qui esposta organicamente cogliendone, oltre alle valenze di segno della fede, lo sviluppo delle forme nel tempo, evidenziandone i caratteri tipologici evolutivi.
Un libro bello ed emozionante come un viaggio.
Mario Di Salvio
CROCI D’ETIOPIA
Skira (176 pagine, 55 euro)