Redazione
L’itinerario “Oratorio oggi e domani” nasce dall’interpretazione in chiave oratoriana del Percorso pastorale diocesano“Mi sarete testimoni” e intende delineare il volto missionario dell’Oratorio dei prossimi anni. Inaugurato nel novembre 2003 dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, dopo una fase di ascolto e confronto e una tappa di interpretazione dei “sogni” sull’Oratorio del futuro, il cammino entra nel momento delicato delle sperimentazioni di progetti-pilota stesi con l’intento di oltrepassare le frontiere dell’Oratorio di oggi. Appuntamento saliente è l’Assemblea degli Oratori del 12 novembre prossimo.
di Mario Pischetola
Tempo di sperimentazioni per l’Oratorio di domani. Con l’Assemblea degli Oratori, prevista per sabato 12 novembre 2005, parte la nuova fase del percorso “Oratorio oggi e domani”, che punta a definire il volto missionario dell’Oratorio dei prossimi anni. In occasione del triennio dedicato alla Missione e delineato nel Percorso Pastorale Diocesano “Mi sarete testimoni”, l’Oratorio si ferma a riflettere su se stesso, perché venga valorizzata la sua capacità di evangelizzare, alla luce delle nuove dinamiche educative e pastorali.
Il percorso iniziato con l’Assemblea degli Oratori 2003, introdotta dall’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, giunge alla sua fase più delicata: la sperimentazione di alcuni “progetti-pilota” studiati e approntati da un’apposita Commissione diocesana, che fa capo alla Fondazione Oratori Milanesi (Fom). Alla stesura di tali progetti si è giunti dopo un attento discernimento e dopo una fase di ascolto delle diverse realtà oratoriane, culminata in un confronto aperto tra alcuni di coloro che operano in Oratorio come responsabili o educatori.
La fase di “ascolto e confronto” ha trovato nei risultati di un indagine conoscitiva sugli Oratori ambrosiani un valido punto di partenza per valutare lo stato di “salute” del proprio oratorio all’interno di una prospettiva diocesana. Dall’indagine sono emersi alcuni elementi comuni, alcuni “nodi” da sondare che hanno dato avvio ai “sogni” e hanno permesso di delineare alcune “frontiere” su cui iniziare a progettare.
Dopo la riflessione che si è svolta in decine di Oratori, nella scorsa edizione dell’Assemblea degli Oratori, i partecipanti sono stati chiamati a spingersi lungo quelle “frontiere” che sembra più urgente “oltrepassare”, perché l’Oratorio possa rinnovarsi pur mantenendo la sua forza tradizionale e le sue peculiarità ormai assodate. Interpretando i “sogni” scritti negli Oratori e inviati alla Fom, sono state individuate cinque “frontiere”, viste come limiti da “sfidare”, con i quali confrontarsi serenamente, ma in modo serrato, senza eluderli.
Leggendo ancora i “sogni”, emerge il desiderio, da parte di chi l’Oratorio lo fa, di impegnarsi con serietà perché non ci si trovi impreparati dinnanzi a nuove esigenze dei ragazzi e delle loro famiglie, degli adolescenti e dei giovani. Nell’analisi dei “sogni” e nell’interpretazione che ne è scaturita, risulta chiara la necessità di rivedere nuove forme di comunione e regia educativa, come nuove modalità, da parte degli Oratori, di essere in rete e di attivare forme di collaborazione più serrate.Molti dei progetti-pilota mettono in gioco un nuovo modo di fare cultura in Oratorio, attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi e di una comunicazione “dentro e fuori” l’Oratorio davvero efficace.
La “tensione missionaria” dell’Oratorio si dimostra soprattutto nel rapporto che instaura con i diversi soggetti che si riferiscono all’Oratorio con senso di appartenenza e di responsabilità: tra di essi, in modo particolare, gli adolescenti, spesso protagonisti dell’animazione in Oratorio ma, nello stesso tempo e soprattutto, protesi a crescere e maturare nella fede.
Chi si trova a educare in Oratorio non può non tenere conto, infine, che i primi e principali educatori alla fede dei ragazzi a loro affidati sono i genitori: a volte sono in Oratorio come presenza significativa, ma spesso dimostrano il bisogno di essere anch’essi sostenuti nel loro ruolo imprescindibile, faticoso, non scontato.
Il percorso “Oratorio oggi e domani” racchiude dunque in sé potenzialità ancora inespresse, che spetta agli stessi Oratori mettere in gioco, perché si traducano in possibili linee educative e operative che l’Arcivescovo – che sin dall’inizio ha sostenuto e incoraggiato questo cammino – vaglierà, riconsegnandole alla Diocesi come un “segnale” forte, perché in Oratorio si respiri sempre la “freschezza” del Vangelo.
Sin d’ora ogni Oratorio può “candidarsi” per realizzare uno dei quattordici progetti da sperimentare. Darà così un apporto prezioso ai passi successivi del cammino in vista delle conclusioni operative.