Dalla mattinata di dialogo svoltasi in Cattolica il 21 novembre lo stimolo a promuovere ulteriori occasioni per approfondire i rispettivi cammini di spiritualità
di Rosangela VEGETTI
In una luminosa mattina autunnale, sabato 21 novembre cattolici e buddhisti si sono ritrovati nell’aula d’onore dell’Università Cattolica di Milano – davanti a un pubblico di oltre cento persone, tra cui numerosi giovani – per aprirsi reciprocamente il cuore all’insegna del tema “Spiritualità senza confini”.
«Sono stati interventi di alto livello – spiega don Ambrogio Pisoni, dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo della Diocesi ambrosiana -, concentrati sul valore e il senso autentico dell’incontro, che va oltre il confronto delle differenze, ma sa cogliere l’esperienza umana più profonda che tutti può solidarizzare. L’incontro infatti scaturisce e si alimenta dal dono che ognuno può fare all’altro, mentre il confronto si fonda su uno scambio di idee o al più di esperienze».
Anche le distanze geografiche e temporali non impediscono l’incontro, come testimonia la lunga storia di amicizia e incontro spirituale tra don Luigi Giussani e il professor Shodo Habukawa, ormai ultraottantenne abate del Monastero Muryokoin, iniziato in Giappone nel 1987 e da allora proseguito e arricchito nel tempo anche dopo la scomparsa del sacerdote. E lo ha ricordato il Maestro Tetsugen Serra, abate del Monastero Zen di Milano, sottolineando come questa “storia bella” abbia segnato la vita di entrambi i protagonisti e aperto un percorso di spiritualità.
Dal Tibet al Giappone, fino a Milano, cammini di spiritualità si intrecciano e si compenetrano; non basterà forse utilizzare il materiale che verrà prossimamente approntato con gli interventi del colloquio, occorrerà aprire le porte delle comunità parrocchiali a momenti di incontro e di scoperta dei cammini di spiritualità presenti anche nelle altre religioni.
«Il nostro incontro – testimonia monsignor Luca Bressan, vicario episcopale – dimostra che il dialogo tra uomini e donne di fede diverse apre campi vitali per tutta l’umanità e cambia le singole persone. I temi lanciati sono stati molti e possiamo concentrarli su etica e sincerità di vita, sull’educazione alla responsabilità, sulla ricerca del vero piuttosto che sulla sola ricerca di felicità. Insomma, un’ampia gamma di spunti che possono tradursi in diversi laboratori di riflessione e di nuove buone pratiche che, proprio in questi tempi tanto problematici e connotati da violenza, possono indicare tracciati diversi di vita e di lavoro insieme per il benessere dell’umanità».
«È stata una prima volta per un incontro di questo genere – spiega la professoressa Giovanna Giorgetti, vicepresidente dell’Unione Buddhista Italiana -, ma ha generato la volontà da parte di tutti di continuare il cammino intrapreso con altri momenti e ulteriori livelli di riflessione. Questo incontro si è avvantaggiato non solo della storia di amicizia personale e storica tra Giussani e Shodo Habukawa, ma anche della recente esperienza di Expo, che ci ha fatto toccare con mano quanto il mondo sia più grande della nostra singola esperienza e come le religioni debbano farsi sempre più sorgenti di valori e di percorsi condivisi».