Silvana e Fabrizio Paganini raccontano la vocazione di don Paolo e don Andrea: «Con serenità cerchiamo di capire cosa Cristo ci sta chiedendo»
di Silvana e Fabrizio PAGANINI
Non avevamo certo pensato che avere due figli maschi ed entrambi sacerdoti fosse la “vocazione” della nostra famiglia quando, sposi da pochi mesi, l’abbiamo affidata alla Madonna di Czestochowa. Alla fine di un lungo pellegrinaggio, eravamo contenti e sereni perché sicuri che la Madonna sarebbe sempre stata al nostro fianco nel cammino che il Figlio ci aveva preparato. Per il resto la nostra vita è stata come quelle di tante famiglie ambrosiane degli anni Ottanta: casa, lavoro, figli da crescere, impegno in parrocchia e nel paese, ecc. Un aiuto importante è venuto dalle scuole paritarie che abbiamo scelto per i nostri figli perché queste avevano a cuore, oltre all’istruzione, l’educazione dei ragazzi (non per nulla da esse sono sorte decine di vocazioni religiose).
La decisione di Paolo di entrare, dopo la laurea in Medicina, nella Fraternità Sacerdotale di San Carlo a Roma è stata una sorpresa e una gioia per noi, pensando che questa scelta fosse l’esito d’incontri e di amicizie della scuola e dell’università più che della vita familiare. Abbiamo seguito con passione la sua formazione, conclusa lo scorso anno, che l’ha portato in missione a Mosca tra le giovani famiglie cattoliche e a collaborare in una parrocchia.
Quando anche Andrea ci ha comunicato la sua decisione di entrare nel nostro Seminario diocesano, dopo la laurea in ingegneria e un anno di lavoro, è stata una sorpresa ancora più grande, per essere sinceri uno shock: ci pareva di “aver già dato” e poi avevamo “altri piani” per la nostra vita. Abbiamo però subito accettato la sua decisione, chiedendo a Dio di capirne il significato e il valore. Seguendo con attenzione e coinvolgimento il suo bel cammino vocazionale, in questi sei anni anche noi abbiamo approfondito il nostro con lui. Alla vigilia della sua ordinazione lo vediamo, come suo fratello, certo e felice per la scelta compiuta.
Vediamo entrambi totalmente presi dall’amore con cui Cristo li ha conquistati e desiderosi di testimoniare la verità, la bellezza e la pace che solo Lui può donare. Siamo anche curiosi di seguirli all’opera, nel pezzettino di Chiesa in cui Cristo li ha messi e che stanno amando assieme alle persone che lì incontrano. Ogni giorno chiediamo per loro a Dio soprattutto due cose: la santità nel loro ministero e la letizia nella loro vita.
Con serenità noi stiamo cercando di capire cosa Cristo ci sta chiedendo, curiosi anche noi di scoprire cosa Lui ci ha preparato, ma certi che “Colui che ha iniziato in voi questa opera buona, la porterà a compimento” nella Sua sequela e nel servizio e nell’amore per la sua Chiesa.