Le parole a braccio di Benedetto XVI a conclusione della settimana di Esercizi spirituali. Il grazie ai cardinali per questi otto anni e un incontro «molto intenso» con il presidente Napolitano
La bellezza di Dio vince la «sporcizia» del maligno. Ad assicurarlo è stato Benedetto XVI, al termine della settimana di Esercizi spirituali predicati per la Quaresima dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, in un ampio intervento a braccio di fronte ai cardinali riuniti nella Cappella Redemptoris Mater. Alle 11.30, l’udienza – strettamente privata – con il presidente Napolitano e sua moglie.
Grazie per questa «comunità orante»
Al termine dell’ultima meditazione del porporato, Benedetto XVI ha espresso la sua gratitudine: «Grazie a voi per questa comunità orante in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana», ha esordito il Papa ringraziando il cardinale Ravasi: «Grazie, soprattutto, a lei Eminenza per queste “camminate” così belle nell’universo della fede, nell’universo dei Salmi. Siamo rimasti affascinati dalla ricchezza, dalla profondità, dalla bellezza di questo universo della fede e rimaniamo grati perché la Parola di Dio ci ha parlato in nuovo modo, con nuova forza». Un ringraziamento speciale, quello al cardinale Ravasi, che il Papa ha rinnovato anche attraverso una lettera di «profonda gratitudine» a lui personalmente indirizzata, in cui si loda il suo impegno di predicatore degli esercizi, «brillantemente assolto» e si fa riferimento al «particolare momento che io personalmente e la sede apostolica stiamo vivendo». «Il successore di Pietro e i suoi collaboratori – ha detto il Papa – sono chiamati a dare alla Chiesa e al mondo una chiara testimonianza di fede, e questo è possibile soltanto grazie a una profonda e stabile immersione nel dialogo con Dio. Ai molti che ancora oggi domandano: “Chi ci farà vedere il bene?”, possono rispondere quanti riflettono sul loro volto e con la loro vita la luce del volto di Dio».
Il Logos ha un cuore
Tema delle meditazioni del cardinale Ravasi è stato “Arte di credere, arte di pregare”. «Mi è venuto in mente il fatto – ha proseguito il Papa – che teologi medievali hanno tradotto la parola Logos non solo con Verbu’, ma anche con ars: verbum e ars sono intercambiabili. Solo con queste due parole insieme appare, per i teologi medievali, tutto il significato della parola Logos. Il Logos non è solo una ragione matematica; il Logos ha un cuore: il Logos è anche amore. La verità è bella e la verità e la bellezza vanno insieme: la bellezza è il sigillo della verità». Tuttavia – è stata la riflessione, a braccio, del Papa – il cardinale Ravasi, partendo dai Salmi e dalla nostra esperienza di ogni giorno, ha anche fortemente sottolineato che il «molto bello» del sesto giorno – espresso dal Creatore – «è permanentemente contraddetto, in questo mondo, dal male, dalla sofferenza, dalla corruzione. E sembra quasi che il maligno voglia permanentemente sporcare la creazione, per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza. In un mondo così marcato anche dal male, il Logos, la bellezza eterna e l’Ars eterna, deve apparire come caput cruentatum», capo insanguinato. «ll Figlio incarnato, il Logos incarnato – ha proseguito – è coronato con una corona di spine; e tuttavia proprio così, in questa figura sofferente del Figlio di Dio, cominciamo a vedere la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore; possiamo, nel silenzio della “notte oscura”, ascoltare tuttavia la Parola». «Credere – ha spiegato infatti il Papa – non è altro che, nell’oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio ascoltare la Parola, vedere l’Amore».
La verità è bella, è amore
Benedetto XVI ha quindi ringraziato ancora il cardinale Ravasi, invitando a camminare «ulteriormente in questo misterioso universo della fede, per esser sempre più capaci di pregare, di annunciare, di essere testimoni della verità, che è bella, che è amore». Infine, il Papa ha ringraziato tutti i presenti «per questi otto anni, in cui avete portato con me, con grande competenza, affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino». «Rimane in me questa gratitudine – ha assicurato – e anche se adesso finisce l’esteriore visibile comunione» rimane «la vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera». «In questa certezza – ha concluso il Papa – andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità della bellezza e dell’amore».
Il Papa e il Presidente
Oltre mezz’ora di colloquio, «molto intenso» e con «segni di era commozione». Questo, in sintesi, nelle parole di padre Lombardi, l’ultimo incontro tra il Papa e il Presidente Napolitano nelle loro rispettive vesti. «L’incontro – ha riferito il portavoce vaticano – è stato particolarmente intenso e cordiale, data la grande stima reciproca e la ormai lunga familiarità dei due illustri interlocutori». Il presidente Napolitano ha manifestato al Papa «non solo la gratitudine del popolo italiano per la sua vicinanza in tenti momenti cruciali e per il suo altissimo magistero religioso e morale, ma anche l’affetto con cui esso continuerà ad accompagnarlo nei prossimi anni». Il Papa, da parte sua, «ha ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora la gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell’Italia, in particolare in questi giorni e in questo tempo di scelte impegnative». Nello scambio di doni, il Papa ha offerto al Presidente una stampa della basilica vaticana in costruzione, mentre il capo dello Stato ha consegnato a Benedetto XVI un esemplare della prima edizione definitiva dei Promessi Sposi, che risale al 1840.