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57.ma Settimana nazionale di aggiornamento pastorale: perché a Milano? Per ricordare la missione cittadina milanese del ’57 e il sacerdote ambrosiano mons. Grazioso Ceriani, fondatore del Centro Orientamento Pastorale. Ce ne parla mons. Gaetano Bonicelli, Arcivescovo emerito di Siena e per trent’anni presidente del Cop.

di Gaetano Bonicelli

Ho sognato da anni questo ritorno a Milano, come un invito alle “sorgenti” e una verifica del lungo cammino percorso nella fedeltà alle intuizioni delle origini. Il Cop è nato a Milano, e probabilmente non c’era allora in Italia un punto migliore a cogliere le istanze nuove della vita culturale, sociale e pastorale. Tutti sanno che all’origine della nostra storia ci sta mons. Grazioso Ceriani, classico esempio di studioso e di pastore. Ma le sue intuizioni difficilmente avrebbero potuto concretizzarsi senza il riferimento a un ambiente favorevole e all’appoggio determinante di una persona riservata e attenta come l’arcivescovo di Milano, il beato cardinale Idelfonso Schuster.

Mi basta qui rifarmi ad alcune istituzioni maturate nel dopoguerra milanese. Nel gennaio 1948 nasce, presso la gloriosa Biblioteca Ambrosiana, 1’Ambrosianeum centro promosso da laici (come Giuseppe Lazzati, Giorgio Balladore Pallieri, Enrico Falck) ed ecclesiastici (Ceriani, Pisoni, Galbiati, Maini, il gesuita Pozzi) con due indirizzi: filosofico-teologico ed economico-sociale. Sempre agli inizi del ‘48 nasce il Didascaleion, per l’aggiornamento del clero, la sua preparazione alle questioni politico-sociali e all’insegnamento nella scuola.
Nello stesso periodo si apre a Villa Cagnola di Gazzada (Varese) un Istituto Superiore di Studi che negli anni 1949-50 organizza un Corso di dottrina sociale per il clero in collaborazione con l’Università Cattolica. Ne parlo con gratitudine e con fierezza essendone stato allievo.

Èquello che avviene quando nel Didascaleion si forma un gruppo di ricerca e di proposta con il nome di Cop-Centro di orientamento pastorale. Siamo alla fine del 1952. Il “manifesto programmatico” è pubblicato sul numero 1 della nuova rivista: Orientamenti Pastorali. L’iniziativa è di mons. Grazioso Ceriani a cui il card. Schuster aveva affidato il Didascaleion che riesce a collegare numerosi esponenti della “cultura” pastorale militante, milanesi e italiani. Qualche nome: Carlo Colombo, Ernesto Balducci, Aldo Leoni, Benvenuto Matteucci, Enrico Cattaneo, Paolo Liggeri, Raimondo Spiazzi, Aldo Ferrabino, Alberto Castelli, Giovanni Barra, Antonio Riboldi, Ulderico Gamba, ma anche Alfredo Ancel, ausiliare di Lione. L’articolo di fondo lo si può riproporre anche oggi. Il Cop lo si è voluto per orientare: ossia, nella luce della dogmatica, della morale, della sociologia, della psicologia e della storia, illuminare problemi, movimenti e iniziative, tesi a far fiorire la vita cristiana e interessanti il pensiero e l’azione dei pastori nel loro ministero e nel loro apostolato.

Insieme all’orientamento l’aggiornamento: che lo rende possibile allo studio dei problemi pastorali contemporanei. Questo compito della Rivista può cadere nell’equivoco quando non sia illuminato dalla luce di orientamento di cui ho detto ora. Occorre fare incontrare le prassi pastorali con i bisogni e le tendenze dell’anima moderna: la pastorale cammina con il suo tempo. Ma nel fare questo è urgente evitare lo scoglio in cui inceppò il modernismo nel settore teoretico: non si può, non si deve adattare l’economia della salvezza (verità e vita cristiana) all’uomo d’oggi: adattare è mutilare, è rovinare. Né irrigidimento, dunque, né adattamento, ma inserzione del mistero cristiano nella storia, fatta nell’analogia dell’Incarnazione per cui il Verbo, rimanendo immutabilmente Dio, incominciò ad esistere nel tempo anche come uomo.

La storia del Cop non ha probabilmente niente di eccezionale, anche se merita ancora qualche rilievo. Il suo cammino è segnato e si esprime fin dall’inizio con due momenti: la Settimana nazionale di aggiornamento pastorale e la pubblicazione della rivista Orientamenti Pastorali. Quella di questo anno è la 57a Settimana e i conti sono presto fatti se ci consentono di risalire al 1951, due anni prima del consolidamento organizzativo del Cop. La rivista, trimestrale prima eppoi mensile, è giunta al suo 55° anno e a detta di molti osservatori, si muove ancora agilmente nel settore delle pubblicazioni culturali impegnate.

In questa sostanziale continuità, non mancano momenti di qualche interesse che è forse bene ricordare in questo incontro milanese.

MONS. GRAZIOSO CERIANI E IL COP

LA “MISSIONE” DI MONTINI

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