Redazione
La vita di San Francesco Saverio sarà il filo conduttore della Veglia Missionaria diocesana che si terrà sabato 21 ottobre all’Arena di Milano, a partire dalle ore 20.45. Presiederà il cardinale Dionigi Tettamanzi. Il titolo della Veglia è «Quello che non è donato è perso» ed è una frase tratta da uno degli scritti di Francesco Saverio.
di Dario Paladini
«Ci è sembrato molto significativo», spiega don Gianni Cesena, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Missionaria, «che un personaggio di 500 anni fa come San Francesco Saverio possa essere ancora assunto come modello sia per i giovani d’oggi sia per chi sceglie di essere missionario in un altro Paese. Non abbiamo avuto dubbi – aggiunge – nel far diventare le parole di san Francesco Saverio una proposta per i tanti giovani che vi parteciperanno. È certamente una proposta controcorrente, visto che invitiamo i giovani a donare la propria vita al Signore e agli ultimi».
Quest’anno ricorrono i 500 anni della nascita di San Francesco Saverio, il missionario gesuita spagnolo che è considerato uno dei padri della missione in Oriente. E saranno proprio i suoi scritti ad accompagnare i partecipanti alla Veglia missionaria diocesana nella scoperta della storia della Chiesa in Oriente e la grande sfida del rapporto con le tradizioni religiose antichissime di quei popoli.
Un altro aspetto nuovo in questa Veglia è l’immagine che è stata scelta come icona di riferimento: il Cristo sorridente del crocifisso del Castello di Javer (Spagna), paese natale di san Francesco Saverio. In questo crocifisso ligneo il volto di Gesù appare sereno, quasi per indurre chi lo guarda a prestare attenzione non tanto al dolore della crocifissione, quanto alla gioia dell’abbraccio col Padre.
«Abbiamo previsto anche la testimonianza di un sacerdote cinese, che permetterà di conoscere un po’ di più la Chiesa in Cina, Paese che san Francesco Saverio non è riuscito a raggiungere», aggiunge don Gianni Cesena. «Pregheremo anche per suor Leonella Sgorbati, la missionaria della Consolata uccisa il 17 settembre scorso a Mogadiscio, che del dono della vita aveva fatto il programma della sua esistenza».
Durante la Veglia l’Arcivescovo consegnerà ai missionari in partenza il mandato missionario: una croce e un’immaginetta che accompagneranno queste donne e uomini lungo le strade del mondo.