È il tema su cui l’iniziativa gioca quest’anno la sua funzione pedagogica di educazione alla solidarietà. Locandine e sacchi già distribuiti nelle parrocchie

di Luisa BOVE

cassonetti Caritas

Nell’anno di Expo anche la raccolta di indumenti usati per i poveri promossa da Caritas ambrosiana non poteva che essere a tema: “Cibo, ambiente, stili di vita”. «Da sempre – spiegano gli organizzatori – l’iniziativa ha una funzione pedagogica di educazione alla solidarietà nella quotidianità e nella normalità della vita».

La raccolta di abiti dismessi si svolgerà in Diocesi sabato 23 maggio. Tutte le parrocchie hanno già ricevuto le locandine (con uno spazio per la personalizzazione) da appendere alle porte della chiesa. Ogni anno infatti, il ricavato della vendita degli indumenti, raccolti da una ditta specializzata nel recupero di materiali, è destinato al sostegno di progetti di solidarietà attivi o da attivare sul territorio ambrosiano. Ogni parrocchia quindi potrà indicare sulla locandina il progetto della propria Zona pastorale che verrà sostenuto grazie al coinvolgimento di tutti.

Per la raccolta diocesana saranno utilizzati i tradizionali sacchi colorati: quelli azzurri verranno riempiti di abiti ancora in ottimo stato, mentre quelli gialli sono destinati a indumenti usati, ma sempre buoni. È un gesto di carità verso chi ha bisogno ed è quindi esclusa la raccolta di stracci. «L’iniziativa non è pensata per sgomberare la casa di vecchie, inutili cose – chiariscono i promotori -, ma per farci partecipi di un gesto di solidarietà e responsabilità verso gli altri e verso l’ambiente, concretamente, per un medesimo obiettivo».

Ogni parrocchia ha ricevuto il fascicolo con le indicazioni per organizzare bene la giornata e, insieme, l’elenco completo con i 27 luoghi di raccolta sparsi in tutta la Diocesi. Se una parrocchia non dovesse riuscire a organizzare la raccolta può suggerire ai propri fedeli o portare i sacchi in questi luoghi, previo accordo per facilitare il lavoro di tutti. L’elenco è pubblicato anche sul sito www.caritasambrosiana.it.

Come già detto i finanziamenti della raccolta 2015 saranno destinati al sostegno di progetti legati al diritto e all’accesso al cibo per tutti. Così il ricavato della Zona 1 (Milano) andrà ad «Anagaion» che organizza ogni quindici giorni pranzi e cene all’oratorio San Luigi per 20 persone che hanno bisogno. I fedeli della Zona 2 (Varese) sosterranno la «Mensa serale per i poveri» dove ogni giorno vengono offerti 250 pasti, grazie al lavoro di quasi 80 volontari. Con il ricavato verrà acquistata una lavastoviglie. Nella zona 3 (Lecco) gli indumenti raccolti consentiranno di finanziare il «Magazzino Caritas Lecco», aperto due anni fa, per vendere merce a prezzi calmierati e distribuire pacchi viveri alle famiglie più bisognose.

Per la Zona 4 (Rho) sono stati individuati due progetti. Il primo: «Cibo solidale… ma non solo» consiste nella distribuzione di pasti, borse alimentari e buoni spesa nella città di Bollate. Al momento sono assistiti 140 utenti tra singoli e famiglie in difficoltà. Il secondo progetto permetterà agli «Amici di Betania» di acquistare un mezzo di trasporto per il recupero di cibo nella città di Saronno, l’associazione è impegnata anche nella gestione della mensa alla parrocchia S. Giuseppe.

In Zona 5 (Monza) verrà sostenuto il percorso di formazione «Bilanciamoci nei consumi» per offrire strategie condivise e solidali di riduzione dei consumi. Il corso sarà di 25 ore. La Zona 6 (Melegnano) aiuterà i poveri di Cesano Boscone e dintorni grazie al nuovo «Emporio della solidarietà» dove, attraverso una tessera a punti rilasciate dai Centri di ascolto, le famiglie potranno fare la spesa. La Zona 7 (Sesto San Giovanni) contribuirà invece ad ampliare l’offerta di pranzi e cene per i poveri a Cernusco sul Naviglio attraverso il progetto «Insieme a tavola».

Una parte del ricavato della Diocesi andrà infine a sostegno di un progetto internazionale in Perù per migliorare l’alimentazione delle famiglie attraverso la produzione di ortaggi. L’Obiettivo è di incrementare gli orti biologici familiari e comunitari per aumentare il numero di beneficiari.

 

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