Redazione
Con la più sentita benevolenza e con la più alta stima per la tua lunga opera pastorale, ti inviamo i nostri saluti, o venerabile nostro Fratello.
Sono già passati più di ventidue anni da quando, sotto l’impulso di una provvidenziale ispirazione divina, abbiamo voluto di tutto cuore che tu guidassi come Pastore e Maestro la veneranda Chiesa ambrosiana e dopo poco tempo che tu entrassi nel collegio dei Padri Cardinali della Chiesa.
In questo modo abbiamo desiderato darti illustre riconoscimento per i numerosi meriti che ti sei acquistato nel campo degli studi di Sacra Scrittura durante i dodici anni in cui hai guidato in maniera efficientissima il Pontificio Istituto Biblico e poi, come rettore, la Pontificia Università Gregoriana. Grazie a questa tua opera hai ottenuto grande onore anche per l’Ordine dei Gesuiti al quale ti sei sempre gloriato di appartenere.
Tutti sanno con quanto zelo pastorale hai voluto comunicare la Parola di Dio attraverso la catechesi scritta e orale, e anche grazie a convegni di alto livello scientifico. E grazie alla predicazione degli esercizi spirituali hai recato grande giovamento sia ai credenti sia ai non credenti.
A lungo resterà il ricordo, anche al di fuori dei confini dell’arcidiocesi milanese, di quella iniziativa ben conosciuta che va sotto il nome di «Cattedra dei non credenti», così come anche a lungo per il futuro dureranno i benéfici effetti di un’attiva santità cristiana scaturiti, per tua iniziativa, dal Sinodo diocesano e dalle missioni popolari.
In tutte queste tue feconde attività pastorali il primo posto lo tengono le Sacre Scritture, così come è conveniente che faccia quel modello di pastore d’anime che in tutto hai voluto rappresentare: tu infatti non solo hai tentato di condurre alla dottrina del Vangelo i fedeli cattolici, ma anche il mondo laico e chi si dimostrava indifferente.
Ora, con tutto il popolo milanese, ci rallegriamo vivamente con te per il cinquantesimo anniversario della tua ordinazione sacerdotale, che ricorrerà il 13 luglio prossimo, ma che ricorderai lietamente nella solennità di Pentecoste.
Inoltre, con tutti gli uomini di buona volontà, preghiamo intensamente il Divino Pastore per te, perché per l’avvenire ti conceda giorni sereni nei quali potrai dedicarti agli studi biblici, riposarti dai pressanti impegni pastorali e intercedere con la tua preghiera sacerdotale per la pace tra i popoli.
Desideriamo dunque che, dopo queste impegnative attività del tuo ministero, ti accompagni sempre la nostra benedizione apostolica, che di cuore ti elargiamo, come se fossimo presenti, così da rendere feconde le altre tue iniziative pastorali nella predicazione, nell’educazione e nell’esortazione a obbedire al Vangelo di Cristo Signore.
Dal Vaticano, 17 maggio 2002,
ventiquattresimo anno del nostro Pontificato