Il decano don Franco Motta presenta il territorio che attende la visita pastorale dell'Arcivescovo (alle 21 al Cinema Teatro Manzoni): «La realtà urbana è in profonda trasformazione, ma non vogliamo che tutto si riduca alla costruzione di edifici»
di Cristina CONTI
Giovedì 18 febbraio la visita pastorale feriale del cardinale Angelo Scola farà tappa nel Decanato di Sesto San Giovanni (Mi). L’incontro con i fedeli è in programma alle 21 al Cinema Teatro Manzoni (piazza Petazzi 16)
Il decano don Franco Motta spiega come la comunità sestese si è preparata per questo appuntamento: «Dopo Natale ci siamo concentrati innanzitutto sulla preghiera. Alla fine di ogni Messa abbiamo distribuito alcune immaginette con la preghiera dell’Arcivescovo e la data della sua visita, così che le persone fossero adeguatamente informate del suo arrivo. Dal punto di vista istituzionale, invece, abbiamo tenuto due sedute del Consiglio pastorale decanale e abbiamo lavorato nelle commissioni sul lavoro di sintesi che verrà presentato al Cardinale la sera dell’incontro. Per avere una visione chiara della situazione del nostro territorio abbiamo assemblato anche alcune statistiche con dati del Comune, dell’Istat e delle stesse parrocchie (battesimi, funerali, matrimoni…) per “fotografare” la situazione al 31 dicembre 2015».
Quante sono le parrocchie del Decanato?
Sono in tutto dieci, per un totale di 82.121 persone. La nostra città sta vivendo alcune situazioni particolari. Da un lato c’è l’annosa questione dell’area dismessa ex-Falck, di cui ancora non si sa che fare. Dall’altro c’è la nascita della Città della Salute. In entrambe si nascondono molte potenzialità che possono essere altrettanti stimoli alla città: nuove abitazioni, posti letto, indotto per operatori e famiglie, ecc. Stiamo discutendo con l’amministrazione comunale perché tutto non si riduca alla costruzione di edifici, ma si creino iniziative che abbiano un’anima.
Quali sono le attese per la visita pastorale?
In questo momento alcune parrocchie stanno vivendo una situazione difficile: in una, per esempio, il parroco è dimissionario e siamo in attesa del nuovo responsabile. Nel complesso stiamo tentando di ridare fiato all’animazione pastorale della città con una pastorale in comune. Abbiamo una modalità piuttosto originale per tenere il Consiglio pastorale decanale: ci riuniamo una volta al mese alle 19.30, ceniamo e poi ci ritroviamo per conoscersi e parlare. Si lavora insieme già nella cultura, per la Caritas e la Pastorale giovanile. Ci aspettiamo che il cardinale Scola dia conferma e sostegno al cammino che stiamo facendo.
La crisi economica si è molto avvertita?
Sì. Già dalla chiusura della Falck c’era stato un dirottamento della forza lavoro su Milano, su Monza e sulla Brianza. Poi la crisi successiva ha creato nuovi disagi, soprattutto in alcune parrocchie, dove anche è più alto il numero di stranieri. La Caritas e la San Vincenzo lavorano molto per aiutare chi è in difficoltà. Tra le iniziative c’è quella del “Last Minute”, in collaborazione con l’Università di Bologna: i prodotti dei supermercati prossimi alla scadenza vengono consegnati ai Centri d’ascolto e ridistribuiti a turno alle diverse parrocchie. Dall’anno scorso è attiva anche un’altra esperienza: a mezzogiorno la mensa del Comune, dopo il pranzo dei dipendenti, accoglie circa una quarantina di persone e serve loro ciò che è rimasto.
A proposito di immigrati, com’è la situazione?
Al 31 dicembre 2015 gli stranieri ufficiali erano 14.291, il 17,4% della popolazione totale. Sono in prevalenza egiziani (circa 3mila), rumeni (1.500) e sudamericani (1.200).
E la Pastorale giovanile?
Una commissione decanale sta unificando i percorsi. Gli incontri di catechismo a livello cittadino si alternano a quelli parrocchiali. Organizziamo anche momenti comuni come gli esercizi spirituali, il percorso di Quaresima e la catechesi per l’Avvento, che raccolgono una quarantina di persone.
Avete altre iniziative particolari in programma?
Per superare i confini parrocchiali, dall’anno scorso viviamo a livello decanale i venerdì di Quaresima, girando di parrocchia in parrocchia. Quest’anno affronteremo il tema delle opere di misericordia. E il quaresimale del venerdì sarà sostituito da un momento cittadino. L’ultimo venerdì ci sarà una pièce teatrale.