Già da alcuni anni gli educatori di Sant’Anselmo girano per il quartiere per incontrare direttamente i ragazzi e coinvolgerli in esperienze diverse. Un’esperienza concreta di Chiesa sul territorio

di Claudio Urbano

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Sarà un’estate «fuori» per gli adolescenti di Baggio. Fuori dall’oratorio (non sempre), fuori dal solito svago. A essere fuori, per loro, ci saranno gli educatori dell’oratorio di Sant’Anselmo, che già da tre anni sono usciti nei luoghi del quartiere per incontrare direttamente i ragazzi. Ne parla Vito Casalino, educatore professionale da nove anni impegnato con i giovani nella parrocchia di Baggio, che tratteggia anche un quadro del quartiere: «Forse più che in altre zone, dopo la pandemia abbiamo sentito un calo delle presenze. La nostra parrocchia è situata in una via chiusa, a cui non si passa davanti per caso. Allo stesso tempo, a Baggio ci sono molti adolescenti, che però in estate non trovano quasi niente che sia dedicato a loro. Qualcuno, in mancanza di altre proposte, sperimenta anche qualche forma di criminalità. Molti fanno l’abbonamento all’Acquatica, ma ora il costo è aumentato. Così ci siamo detti: proviamo a uscire».

In prima linea nel sostenere l’idea c’è don Giuseppe Nichetti, parroco di Sant’Anselmo, che già nel 2019, in collaborazione con la Caritas, aveva lanciato il progetto «Parrocchie e Periferie»: «Per uscire dai nostri ambienti parrocchiali – spiegava -; per essere Chiesa sul territorio, comunità cristiana vicina alla gente là dove la gente vive».

«Un luogo anche per loro»

È nata così la proposta di #Siamofuori (i riferimenti sono sulla pagina Instagram @sfn_baggio): per tre settimane, dal 13 giugno al 1° luglio, ogni pomeriggio il ritrovo sarà in un luogo diverso, dal Parco delle Cave alla biblioteca di Baggio, da via Quarti al quartiere Olmi, fino, il venerdì, all’oratorio di Sant’Anselmo, «perché vogliamo far vedere ai ragazzi che c’è un luogo anche per loro», evidenzia Casalino. Anche le attività cambieranno di giorno in giorno: «Certamente ci sarà qualche partita di calcio, ma penseremo a qualche proposta sportiva che possa coinvolgere anche le ragazze», anticipa Casalino.

Vito Casalino

Vito Casalino

Con una cassa e l’attrezzatura dedicata i ragazzi potranno poi fare rap, insieme a un educatore-dj. E ci sarà da coltivare anche un orto. «Si potrà però venire anche solo per fare due chiacchiere», è l’invito che fa Casalino, ricordando che nella “squadra” ci sarà anche un’educatrice. «In questi anni ci siamo accorti che è difficile intercettare i ragazzi con attività organizzate – spiega -. Ma soprattutto le ragazze stanno volentieri a chiacchierare. E gli adolescenti, sottolinea, non hanno fastidio o vergogna se un adulto sta con loro. Non si sentono imbarazzati, né fanno sentire l’adulto fuori posto. Probabilmente esprimono in qualche modo il bisogno di un adulto che li ascolti».

Non ci saranno quindi iscrizioni, o appuntamenti da prendere. Chi vuole potrà anche venire per un giorno soltanto, esemplifica Casalino: «Quanti ragazzi ci aspettiamo? Magari anche solo una decina: vorrebbe dire che con loro siamo entrati in relazione, che li abbiamo incontrati dove nessun’altro li incrociava». La scusa per coinvolgerli sarà una audio intervista sul tema delle emozioni. Un modo per sentire cos’hanno da dire gli adolescenti.

 

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