Studenti delle superiori del Decanato di Asso hanno partecipato a un progetto di approfondimento della conoscenza di sé e della realtà che li circonda. E tra poco si replica con la nuova iniziativa «It’s possible». Ne parla il pedagogista Damiano Meregalli

Orientylife 1
Foto di gruppo dei ragazzi che hanno partecipato al progetto

di Claudio URBANO

«Ripartiamo insieme con passione». È l’invito che questa primavera ha raccolto venticinque ragazzi di quarta e quinta superiore dei territori dell’Alta Valassina (Unità pastorale) e Madonna di Campoè (Comunità pastorale), nel Decanato di Asso, tra le montagne del Triangolo Lariano, in un percorso alla scoperta di sé e del mondo, dopo gli orizzonti ristretti dalla pandemia.

Damiano Meregalli

Damiano Meregalli

Damiano Meregalli, pedagogista della diocesi di Milano, ha raccolto una squadra di esperti – dalla psicologa all’arteterapeuta – per aiutare gli adolescenti a orientarsi nelle scelte future: quelle per l’università e il lavoro, ma non solo. È il progetto «Orientylife»: ospitati dalle suore a Rezzago, per quattro fine settimana i ragazzi hanno partecipato a laboratori, visitato un osservatorio astronomico e ascoltato un concerto dei musicisti del Politecnico di Milano. Quattro tappe al di fuori dei soliti luoghi di ritrovo, per conoscere nuovi punti di vista sulla realtà che li circonda. Un’opportunità preziosa, sottolinea Meregalli, «in un territorio periferico rispetto ai grandi centri e in un periodo in cui i giovani allo stesso tempo possono essere segnati dal disorientamento e desiderano d’altra parte conoscere visioni diverse della realtà».

Le suore di Rezzago che hanno ospitato i ragazzi

Uno schema che verrà replicato tra poche settimane, in una proposta rivolta ai ragazzi appena usciti dalle superiori: il percorso «It’s possible» vuole invitare i giovani a mettere le proprie competenze alla prova della realtà, per esempio pensando a nuove possibilità per valorizzare le bellezze artistiche e naturali del territorio, sempre accompagnati da una rete di esperti e professionisti. Proposte, queste, che – pur promosse in un contesto ecclesiale, sotto la responsabilità di don Giovanni Giovannoni e don Walter Anzani, parroci rispettivamente dell’Up e della Cp – hanno coinvolto anche molti ragazzi al di fuori dei classici contesti oratoriani.

Un momento dell’attività

Una chiave sono stati certamente gli inviti nelle scuole e sui social (si trova tutto sul sito Raisemeup.it, e su Instagram, con lo stesso nome). Ma il valore aggiunto di questi progetti, realizzati attraverso il bando «Giovani in cammino» di Oratori lombardi e Regione (leggi qui), è proprio quello di sperimentare nuove forme per coinvolgere i giovani, sottolinea Meregalli: «Possiamo uscire dagli schemi consolidati e proporre qualcosa di nuovo, che raggiunga anche chi non viene direttamente in oratorio».

 

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