Al convegno diocesano del 21 maggio Gaia Malvezzi racconterà l’esperienza dell’associazione di Monza che opera a favore delle persone con disabilità, pensando al momento in cui verranno a mancare i loro familiari

di Stefania Cecchetti

«Tu con noi» al Santuario della Cornabusa (Bg)
«Tu con noi» al Santuario della Cornabusa (Bg)

Che ne è delle persone disabili quando vengono a mancare i familiari che se ne prendono cura? È il tema del “dopo di noi”, cruciale quando si parla di disabilità, che sarà oggetto di uno degli interventi durante il Convegno diocesano comunità cristiana e disabilità Comunità cristiana e disabilità del 21 maggio (leggi qui la presentazione). A parlare ci sarà Gaia Malvezzi, che racconterà la sua esperienza all’interno dell’associazione «Tu con noi» di Monza: «Sono entrata nel 2018 coinvolta da amici – racconta -, ero interessata anche in virtù dei miei studi in Scienze dell’educazione»..

Prove di autonomia

«Tu con noi» è composta da tre nuclei: i gruppi «Orizzonte» e «Baobab», che fanno animazione per le persone con disabilità la domenica rispettivamente nelle parrocchie di San Carlo e Cristo Re a Monza: pomeriggi di sollievo per le famiglie e di socialità per i disabili. Il terzo ramo dell’associazione è il gruppo «Alloradicena»: «Siamo un gruppo volontari – spiega Malvezzi -, a turno passiamo un fine settimana con alcuni utenti dell’Associazione presso un appartamento di appoggio, “Casa nottetempo”, dove i disabili possono trascorrere un weekend senza le famiglie». Prove generali di autonomia, insomma, che potrebbero diventare propedeutiche a un’esperienza di vita più stabile, oggetto del nuovo progetto di «Tu con noi», che si chiama «La casa sulla collina» e che verrà presentato al Convegno diocesano del 21 maggio.

Spiega Malvezzi: «Il progetto parte da lontano, nel 2014, quando l’associazione si è trovata ad affrontare una situazione particolare: una ragazza disabile alla quale è venuta a mancare la mamma, unica persona che poteva prendersene cura. Prima di morire, la mamma si era assicurata che l’associazione prendesse in carico Serena, perché potesse continuare a vivere nel suo contesto territoriale e relazionale. “Tu con noi” ha raccolto la sfida e ancora oggi stipendia un’assistente familiare che vive con Serena tutta la settimana e assicura la presenza di volontari durante i fine settimana»..

L’ispirazione dai valori cristiani

Dal desiderio di estendere il sostegno a Serena ai tanti soggetti disabili desiderosi di costruirsi un futuro di autonomia è nato «La casa sulla collina»: «Cercavamo una casa che potesse accogliere 4 o 5 persone con una residenzialità di tipo continuativo – racconta Malvezzi – e l’abbiamo trovata nella parrocchia dei Santissimi Giacomo e Donato a Monza. Proprio in questi giorni stiamo presentando il progetto, i lavori di ristrutturazione termineranno a fine 2023». «La casa sulla collina» avrà personale stipendiato, ma si avvarrà comunque del supporto dei volontari, perché, aggiunge Malvezzi, «l’associazione fa parte a pieno titolo del progetto». Così come la parrocchia, che ci mette non solo la casa, ma un’intera comunità che accoglierà gli abitanti coinvolgendoli nelle sue iniziative: «Non tutti i volontari sono credenti, ma la nostra è senza dubbio una realtà ispirata ai valori cristiani, che trae dalla comunità cristiana in cui inserita la sua forza».

L’autonomia può essere faticosa, ma è fondamentale: «Spesso le famiglie – conclude Malvezzi – fanno fatica a concepire un possibile percorso di autonomia del figlio disabile. È necessario invece sensibilizzarle a una riflessione sul tema, perché nel caso in cui questo percorso non si costruisca per tempo le persone disabili, se alla morte dei genitori non c’è nessuno che possa occuparsi di loro, rischiano di essere affidate a servizi lontani dal proprio territorio, perdendo la propria rete preziosa di affetti e relazioni».

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