Dopo due anni è tornata la festa degli animatori dell’oratorio estivo, che hanno ricevuto il mandato dall’Arcivescovo: «Usate bene la vostra libertà, non sprecate la vita»
di Annamaria
Braccini
«Voi credete di essere in Piazza Duomo, ma siete qui per stupire Milano, per dire che siete voi che costruirete il futuro». L’applauso che si alza da una piazza finalmente gremita di oltre 2000 ragazzi, quando l’Arcivescovo li saluta con queste parole – dopo infiniti selfies e fotografie di gruppo -, è l’immagine viva del desiderio di tornare a incontrarsi, della voglia di iniziare insieme l’oratorio estivo, vivendo quelle emozioni che non si dimenticano con il “batticuore” della gioventù.
Il tema e i numeri
E infatti «Batticuore» si intitola la proposta Fom 2022 (leggi qui la presentazione), che torna nella grande, tradizionale festa del mandato agli animatori, consegnato dall’Arcivescovo ai 14-18enni che affollano la piazza. Rappresentanti di quei 40 mila che quest’anno, con il ritorno della normalità (non sono previste restrizioni di numero o di attività), dopo la chiusura delle scuole si impegneranno per accogliere in oratorio 300 mila bambini, con il supporto di sacerdoti, suore, religiosi, educatori e di altri volontari. Così i 1000 e più oratori diffusi capillarmente in tutta la Diocesi vivranno le prossime settimane – la maggior parte tra la metà di giugno e luglio – con il filo conduttore del «Batticuore – Gioia piena alla tua presenza» con cui si intende educare alle emozioni, dopo un periodo difficilissimo per tutti.
Non a caso, l’evento conclude l’Anno straordinario adolescenti, indetto lo scorso settembre da monsignor Delpini e caratterizzato da appuntamenti mensili rivolti ai giovani che, più di tutti, sono stati segnati dalle difficoltà relazionali provocate dalla pandemia.
La festa
E allora tutti pronti al via di questa “anteprima” dell’oratorio estivo, con il batticuore di un’animazione piena di allegria, ma anche di contenuti – come sempre curati con grande attenzione e capacità dalla Fom – che prosegue per oltre due ore, alla presenza, accanto all’Arcivescovo, del vicario episcopale di settore don Mario Antonelli e del direttore della Fom don Stefano Guidi.
Il grande gioco – cui sono invitati a partecipare non solo alcuni ragazzi e ragazze che salgono sul palco, ma anche tutti i presenti, attraverso “Kahoot” una app popolarissima tra i giovani – si snoda in riferimento al Parco tematico in cui è ambientata la proposta estiva, articolato in sei aree: un bosco incantato, una maschera coloratissima appartenuta a un’antica civiltà, una macchia incolore che infesta le torri del castello fantasma, una navicella in rotta verso una stazione spaziale, un tirannosauro e una tigre e, infine, un galeone dorato. Tutti elementi esemplificati con personaggi e testimonianze, tra cui quella della campionessa olimpica di canottaggio a due Valentina Rodini, prima donna (con Federica Cesarini) a conquistare per l’Italia l’oro a Tokio 2020 in questa specialità. È lei che dice: «Per vincere ci vuole allenamento, cuore, testa e così deve essere anche per voi».
Vengono ricordate anche alcune iniziative, come la fortunatissima (nelle scorse edizioni) Oralimpics GameDay, che si svolgerà s Cornaredo, Orasportholiday, per una settimana da vivere al mare o in montagna e, ancora, il raduno a “Volandia” (il Museo aeronautico di Somma Lombardo vicino all’hub di Malpensa) del 23 giugno prossimo.
«È importante avere un vocabolario emotivo che possa aprire alle relazioni con sé e con gli altri, per raccontarsi e comprendere chi ci circonda», viene sottolineato, indicando agli educatori la necessità di un agire consapevole anche di fronte alle emozioni, magari poco “maneggiabili” in un’età ancora inesperta. Tre le consegne: «Preparare, vivere, rileggere l’esperienza ogni giorno», anche attraverso lo strumento delle tre carte della verifica animatori, utili per fermarsi a riflettere utilizzando come spunto le 30 parole giornaliere proposte quest’anno.
La preghiera e la riflessione dell’Arcivescovo
La preghiera introdotta dal canto La tua presenza è gioia piena, il salmo 120 recitato a cori alterni, la lettura del Vangelo di Marco al capitolo 14 – con l’episodio di Betania del vaso di alabastro rotto per versare sul capo di Gesù il prezioso profumo di nardo – precedono l’intervento dell’Arcivescovo che, allusivamente, parla di tre donne che avevano ereditato il vaso di alabastro: Bruna, Luna e Chiara.
La prima «riteneva che ogni batticuore fosse un amore, per cui andava sempre a prendere il vaso e ne versava il contenuto su chi pensava di amare. Bruna che diventava sempre più scura in volto, con la tenebra nel cuore, trascinata dalle sue emozioni in un’improvvisazione pericolosa».
Poi, «la seconda, che si chiamava Luna ed era un po’ lunatica, quindi talvolta entusiasta e talvolta depressa, sempre incerta sul da farsi se sentiva battere il cuore. Perciò, quando in città venne Gesù, era incerta, dicendo: “È lui o no il Signore? Forse arriverà un’occasione migliore”. E, così, il suo vaso di alabastro non è mai stato versato, perché Luna non ha mai deciso se essere una luna piena, una luna a metà o al buio».
E poi c’era Chiara, «una donna come tutte, che, però, quando sentiva battere il cuore si domandava se questo l’avrebbe portata alla gioia o solo a un’eccitazione passeggera. Era saggia e avveduta e, quando arrivò Gesù, capì che era il momento, che era l’occasione e avvenne quello che il Vangelo racconta, la casa si riempì di quel profumo, anche se alcuni disapprovavano fino a essere infuriati».
E allora ecco il mandato: «Io vi dico che questo vaso che contiene il nardo preziosissimo si chiama libertà: versatela al momento giusto. Le scelte improvvisate e sbagliate sprecano la vita. Vivere senza scegliere rende inutile la vita. Voi siete liberi: scegliete il momento di consegnarvi alla libertà del Signore, “Gioia piena alla tua presenza”».
Infine, la preghiera del mandato e l’ideale collegamento con la staffetta per la pace per la quale ogni giorno negli oratori si prega una decina di Rosario per la pace.