Martedì 10 maggio la Festa dei Fiori onora il Beato don Ciceri, festeggia i presbiteri che celebrano importanti anniversari di sacerdozio o di episcopato (tra loro il cardinale Coccopalmerio, che presiederà la Messa, e l’Arcivescovo, che terrà l’omelia) e presenta i diaconi che saranno ordinati l’11 giugno
di Ylenia
Spinelli
La luce del nuovo beato ambrosiano, don Mario Ciceri, risplenderà anche alla Festa dei Fiori, in programma martedì 10 maggio al Seminario di Venegono. Il titolo del tradizionale appuntamento con l’Arcivescovo, in cui vengono presentati alla Diocesi i candidati al sacerdozio, è infatti «Lo straordinario nella vita ordinaria del prete» (vedi qui la locandina).
Don Ciceri è stato semplicemente un prete di oratorio, che si è speso senza riserve a favore di ragazzi, giovani e adulti della propria comunità di Brentana, nella Bassa Brianza, come testimonia la mostra curata dall’Associazione “Don Mario Ciceri Onlus” di Sulbiate, per l’occasione allestita in Seminario. Spetterà a monsignor Ennio Apeciti tracciare un breve profilo del Beato nel suo intervento, in aula Paolo VI alle 10, che inaugurerà questa Festa.
«Don Mario – anticipa Apeciti – è stato semplicemente e totalmente coadiutore, visse con fedeltà la sua vita da prete in costante e leale dialogo con il parroco; era presente al confessionale, al capezzale dei malati e degli anziani. Non ebbe paura della verità e si impegnò ad aiutare ebrei e soldati in fuga durante la Seconda guerra mondiale. Fu un prete del suo tempo da un punto di vista teologico e spirituale e, se si entra nel suo pensiero, si coglie una ricchezza e profondità che dovremmo avere anche noi oggi».
Un modello attuale
Per tutti questi motivi don Ciceri può rappresentare un modello per i 22 diaconi che verranno ordinati l’11 giugno e per tutto il clero ambrosiano che in questa ricorrenza festeggia significativi anniversari. Ricordiamo, tra gli altri, il 15° di episcopato dell’arcivescovo Mario Delpini, insieme a quello di monsignor Franco Giulio Brambilla e di monsignor Roberto Busti. Il 70° di ordinazione presbiterale di monsignor Angelo Mascheroni, i 60 anni di sacerdozio del cardinale Francesco Coccopalmerio e di monsignor Emilio Patriarca.
Quest’ultimo, primo sacerdote fidei donum ambrosiano a diventare Vescovo, terrà un secondo intervento dal titolo «Tratti di un ministero missionario in questo passaggio d’epoca». Mons. Patriarca, dal 2014 vescovo emerito di Monze, racconterà i suoi trentaquattro anni in Zambia. «Vorrei condividere non tanto ciò che ho cercato di fare per la gente e con la gente – anticipa -, ma qualcosa di più personale, ovvero come ho vissuto interiormente questa esperienza». Più che sugli anni dal 1967 al 1981 trascorsi a Lusitu, una zona di villaggi di prima evangelizzazione e sul secondo periodo come coadiutore in una parrocchia retta da uno zambiano che lui stesso aveva battezzato, monsignor Patriarca si soffermerà sul suo terzo periodo in Africa, quello iniziato nel settembre 1999 quando fu consacrato vescovo, la cui tensione spirituale è riassumibile nell’espressione di san Paolo «Il mio assillo quotidiano per tutte le chiese. Chi è debole che io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non frema?».
Al centro della Festa dei Fiori sarà la Messa solenne in Basilica, presieduta dal cardinale Coccopalmerio con omelia di monsignor Delpini. Poi alle 12.30, nel quadriportico, il rettore del Seminario, don Enrico Castagna, presenterà i diaconi prossimi all’ordinazione. «Quest’anno le normative permettono una più ampia partecipazione dei presbiteri – afferma Castagna -. Potremo dunque stringerci, in modo più evidente, attorno ai nostri diaconi e a coloro che ricordano un particolare anniversario di ordinazione. Tornare in Seminario potrà essere occasione per quella memoria delle origini, da cui sgorga un “di più” di gratitudine e di umiltà».