Le operatrici della bottega di sartoria promossa da Caritas Ambrosiana - rom e di altre etnie - porteranno le loro testimonianze venerdì 6 maggio, alle 19.30, allo Spazio Ri-Nascita in via Oglio
di Paolo
Brivio
Alina scappava dalla guerra nei Balcani e ha cominciato nonostante l’avversione della sua comunità, poco favorevole al lavoro delle donne: oggi è un pilastro della Bottega. Latifah ha percorso la rotta libica e ha ripreso il lavoro da sarta che faceva in Nigeria, dove riesce a inviare qualche risparmio per lo studio dei tre figli. Nehara, figlia di un’altra terra martoriata, lo Sri Lanka, ha avuto e continua ad avere una salute cagionevole: che non le impedisce di lavorare con passione, conciliando il laboratorio con una famiglia tutt’altro che leggera.
Alina, Latifah, Nehara: tre volti, tre storie, tre percorsi di riconquista di se stesse e di un’autonomia reale di vita, tra i 40 che – dall’inizio del progetto, una dozzina di anni fa – hanno intrecciato le loro trame a quella di Taivé, la bottega promossa da Caritas Ambrosiana e gestita dalla cooperativa Vesti Solidale, che all’angolo tra le vie Carpi e Wildt costituisce un punto di riferimento noto e frequentato in zona Casoretto.
Servizio per il quartiere
A Taivé dal 2009 si stira, si rammenda, si cuce. Piccoli, ma preziosi servizi per la quotidianità di tante famiglie del quartiere, che vengono proposti da donne reduci da situazioni di emarginazione sociale e violenza domestica. All’inizio provenivano dagli insediamenti rom della città, ora vi sono anche donne di altre nazionalità ed etnie. Accomunate dal desiderio di riannodare il filo di una dignità personale violata (dal contesto culturale e sociale d’origine, da partner e famigliari oppressivi, da catene di traffico criminale), attraverso la valorizzazione delle proprie abilità e l’apprendimento di un mestiere.
La serata
Oggi nella Bottega del Casoretto lavorano due donne con contratto a tempo indeterminato, una a tempo determinato, mentre altre due fruiscono di borse lavoro. Saranno loro (insieme a tre “colleghe”, che dopo aver lavorato a Taivé hanno trovato occupazione stabile) a raccontare di sé, e delle trame di vita che hanno ripreso a tessere, nel corso di un’iniziativa promossa da Caritas Ambrosiana insieme a Svs Donna Aiuta Donna Onlus e da Arci Corvetto, in programma venerdì 6 maggio, alle ore 19.30, al nuovo Spazio Ri-Nascita in via Oglio (vedi qui la locandina).
«Storie a cena. Le donne di Taivé» si raccontano è uno degli appuntamenti che, dal 5 all’8 maggio, verranno proposti al Corvetto in occasione della Civil Week 2022 voluta dal Comune di Milano. Allo Spazio Ri-Nascita sarà ospitato anche il Labirinto della violenza. #stannefuori, percorso esperienziale per riconoscere i segnali della violenza nella coppia, installazione (di 16x 6,5 metri) ideata dagli studenti dello Ied Milano e realizzata da Svs Dad insieme a Caritas Ambrosiana, Consorzio Farsi Prossimo e Soccorso Violenza Sessuale e Domestica (SVSeD). La visita all’installazione sarà possibile per cittadini, gruppi e scolaresche, prenotando (come per la cena) a segreteria@svsdad.it.
Uscite, o in via d’uscita dal loro personale labirinto, Alina, Latifah e Nehara, e con loro Zahira, Aida e Fahra (tutti nomi di fantasia), racconteranno durante la cena di venerdì i loro faticosi e coraggiosi percorsi. E i loro progetti, individuali e collettivi. Tutt’altro che teorici. Taivé, da sempre stireria e laboratorio di rammendo e cucito, oggi è anche un marchio di prodotti fondati sul principio del riuso. Da marzo, tessuti e accessori della linea “Scartiamo” vengono venduti, oltre che in Bottega, nei “Corner Taivé” dei negozi “Share” di Milano, gestiti dalla Rete Riuse. L’esperimento funziona. Dalle fatiche di un passato di esclusione, possono emergere idee per un futuro più sostenibile per tutti.