Aderendo all'appello di papa Francesco, l’Arcivescovo ha presieduto in Duomo un momento di preghiera per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina al cuore immacolato della Madonna: «Ogni guerra è frutto di una menzogna»
di Annamaria
Braccini
I salmi, le letture, le invocazioni e, soprattutto, la preghiere a Maria, proposte attraverso ampi stralci della lettera del Santo Padre per la consacrazione dell’umanità al suo cuore immacolato, nel giorno della solennità dell’Annunciazione. E la gente che, in Duomo, si inginocchia, si commuove, guarda verso l’icona della Madonna con Bambino, posta per l’occasione in altare maggiore, e, idealmente, verso la Madonnina che sovrasta la Cattedrale e pare proteggere la città, come tanti anni fa, nella seconda guerra mondiale.
È la celebrazione con cui l’Arcivescovo e la Diocesi intera aderiscono all’invito di papa Francesco, che consacra, nella stessa ora nella Basilica di San Pietro, il mondo, la Russia e l’Ucraina al cuore immacolato di Maria. Un momento sentito, vissuto in modo comunitario attraverso tre momenti, con una fede raccolta che si percepisce a pieno tra le navate, dove trovano posto tanti semplici fedeli, tre vescovi ausiliari – il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi, monsignor Angelo Mascheroni e monsignor Paolo Martinelli -, i sacerdoti e i canonici del Capitolo metropolitano.
Immediata e commovente la riflessione finale dell’Arcivescovo (qui il testo integrale), con parole risuonate in Duomo mentre in San Pietro papa Francesco pronunciava l’Atto di consacrazione perché «abbiamo smarrito la via della pace».
«Siamo piccoli figli smarriti in cerca di pace»
«Noi ci riconosciamo tra i più piccoli tra i figli di Dio e percorriamo la via di Maria, la vergine di Nazaret, la donna del silenzio, della meditazione, dell’affidamento, la Madre della tenerezza, perché ci offra un po’ di consolazione e possa ispirare pensieri di pace e radunare tutti i suoi figli. La consacrazione al cuore immacolato di Maria sia una benedizione che scende sulle terre più tribolate, tra i popoli in guerra e una rivelazione che susciti il timor di Dio».
Quel timore che apre gli occhi e convince alla sincerità e alla verità: «Ogni guerra è frutto di una menzogna. Si può mentire agli uomini, ma non a Dio. Nella terra consacrata al cuore immacolato di Maria torni la verità e la parola sincera. Il timor di Dio è scuola di umiltà: il potere dei potenti si può rendere inaccessibile al giudizio degli uomini, ma non al giudizio di Dio. I figli di Dio sono in cammino verso la terra promessa per molte vie. Noi riconosciamo oggi di sentirci impotenti e spaventati, di avere un grande desiderio che venga un tempo di pace, ma non riusciamo a intravederne l’annuncio. Perciò percorriamo la via dei piccoli, la via della preghiera e professiamo la nostra povertà, invocando l’intercessione di Maria».
L’Atto di consacrazione del Papa
Questi alcuni dei brani di Francesco (qui il testo integrale) letti dall’Arcivescovo in Duomo come preghiera alla Vergine, la cui icona, sulle note del Magnificat viene incensata dallo stesso monsignor Delpini a conclusione del rito.
«Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi».
«Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo».