L’assistente diocesano don Gianluigi Frova illustra la natura e gli obiettivi degli organismi che sostengono chi vive separazioni, divorzi e nuove unioni. I coniugi Alessandra Doneda e Giulio Gaetani presentano la Due giorni di Eupilio del 15 e 16 gennaio
«Un percorso di preghiera e di incontro, frutto remoto dell’esperienza del cardinale Martini, della lettera del cardinal Tettamanzi Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito e della decisione del cardinale Scola di rilanciarli e sostenerli». Sono i Gruppi Acor, attivi da alcuni anni, come racconta don Gianluigi Frova, prevosto di Rho, che ne è l’assistente diocesano.
Come si concretizza l’impegno dei Gruppi?
Offriamo la possibilità di incontri di preghiera per coloro che vivono situazioni di separazione, di divorzio e nuova unione, sentendosi, talvolta, emarginati dalla Chiesa e quasi lontani da Dio. Sono incontri che aiutano queste persone a ritrovare il senso di Chiesa e, spesso, anche la fede. Il percorso, triennale, viene accompagnato da alcuni animatori. Parallelamente a questo, negli ultimi anni è nato un itinerario per elaborare le tensioni che, inevitabilmente, ogni separazione porta con sé. Inoltre sono sorte anche altre esperienze, finalizzate a comprendere che anche chi vive questa condizione può avere una fede viva, riconoscendo il volto benevolo di Dio.
Con quale spirito si vive questa vicinanza?
È un cammino splendido non solo per chi lo vive in prima persona, perché aiuta tutti a comprendere cosa significa il volto misericordioso e accogliente di Dio e, di conseguenza, della Chiesa che, in questo contesto, deve fare ancora passi avanti, per diventare maggiormente accogliente, nella linea indicata da Amoris laetitia, nella quale il Papa raccomanda un discernimento che può portare anche alla possibilità di accedere ai Sacramenti. Si tratta di un itinerario esemplare, perché coloro che, con troppa facilità, si accostano a Dio, ai Sacramenti, alla preghiera, non hanno che da imparare dalla sensibilità e dal desiderio espressi dalle persone che hanno il cuore ferito. È qualcosa di utile per loro e di pedagogico per tutta la Chiesa. Non a caso, la Due giorni in programma il 15 e 16 gennaio a Eupilio sarà dedicata all’ascolto dell’altro.
I coniugi Alessandra Doneda e Giulio Gaetani, coordinatori dei referenti Acor di tutte le Zone pastorali spiegano come si articolerà il convegno: «Il primo giorno don Davide Caldirola proporrà una riflessione sulla figura biblica di Eli, diventa capace di aiutare Samuele a crescere come profeta dopo un’esperienza di fallimento. Domenica 16, invece, guiderà la riflessione un formatore alla mediazione familiare, che ci aiuterà a capire come ascoltare. Abbiamo scelto il tema dell’ascolto perché, in queste situazioni, è difficile ascoltarsi, in quanto spesso l’altro viene identificato con la persona che ha causato dolore, essendosi preso la responsabilità di esplicitare, per primo o prima, la rottura matrimoniale».
Qual è la struttura del Coordinamento dei Gruppi?
Con noi c’è un gruppo di persone per ogni Zona che si occupa della Pastorale per i separati. Il coordinamento diocesano, composto da noi e dall’assistente più i coordinatori zonali, si compone di circa 20 membri. Ci sono poi 25 gruppi di preghiera, chiamati “Spazi d’incontro nella fede”, che possono contare su loro équipe formate da 3-5 unità, con una presenza di separati e “in nuova unione” numerosa e crescente. Ci sono poi altri gruppi, chiamati “di accompagnamento”, costituiti soltanto da divorziati o separati, che aiutano altre realtà di 5-10 persone a fare un percorso più antropologico di rilettura dell’esperienza della separazione.