L’incontro del 6 novembre nel Duomo di Milano avvia un percorso che si svilupperà secondo cinque aree tematiche: vocazione e lavoro; intercultura; affetti, vita e dono di sé; ecologia; riti
È la giovinezza il periodo in cui si orientano in modo più significativo i grandi sentieri della vita. Attraverso di essi i giovani si interrogano sul loro essere nel mondo, ricercandone il senso. In un momento della vita in cui si cominciano ad assumere diverse responsabilità, l’amicizia con Gesù può guidarli nelle scelte e nelle decisioni che sono chiamati a prendere nella costruzione del proprio progetto di vita, dall’ambito professionale, sociale e politico, a quelle più radicali per la propria esistenza.
La necessità di rendere i giovani protagonisti della proposta di una nuova Pastorale giovanile ha sollecitato le Diocesi lombarde a intraprendere con loro un dialogo, come inizio di un percorso che possa dare frutto, a partire dall’incontro di “Giovani e Vescovi” in programma il 6 novembre in Duomo a Milano. «La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa, attraverso un dinamismo di corresponsabilità» (Christus Vivit, n.206)
La rappresentanza di giovani delle Diocesi lombarde porterà un contributo, secondo le proprie esperienze e sensibilità, raccogliendo anche l’apporto dei coetanei del proprio territorio. Il dialogo tra i Vescovi e i giovani metterà al centro il loro vissuto, secondo i sentieri individuati da 5 macro-aree tematiche:
Vocazione e Lavoro
In un contesto sociale in continuo mutamento, segnato da incertezze e precarietà, «scoprirsi alla luce di Dio» permette di riconoscere la vita come vocazione e, secondo la propria originalità, considerare il lavoro come opportunità nel quale spendere le proprie energie, al servizio del bene comune.
Intercultura
«La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli» (Fratelli tutti). Al processo di globalizzazione, legato a un’economia globale, si aggiunge oggi l’impatto della pandemia. Le nostre società, sempre più multiculturali, portano all’incontro, non sempre libero da pregiudizi, di identità culturali diverse. La sfida di una società interculturale esige l’impegno di tutti.
Gli affetti, la vita e il dono di sé
Nonostante il dilagare di una cultura del provvisorio che causa la paura dei legami stabili, la famiglia rimane come punto di riferimento principale. I giovani sono invitati a confrontarsi sul dono di sé come misura alta degli affetti: per prepararsi al matrimonio e alle responsabilità della generatività bisogna educare se stessi ad “amare sul serio”.
L’ecologia
La percezione dell’urgenza di questo tema e una sensibilità ecologica che ha a cuore il futuro del pianeta devono tradursi in nuove abitudini da maturare: scelte e stili di vita più consapevoli, a partire da piccole azioni quotidiane, per proteggere la “casa comune”, nella custodia del Creato.
I riti
In ogni epoca e cultura, attraverso i riti (riti di passaggio, riti di gruppo, riti liturgici…), si esprime una particolare visione del mondo, il rapporto con la vita e con la morte, le domande, le paure e le speranze. Essi valorizzano i momenti di festa, le celebrazioni religiose, i pellegrinaggi.
Per informazioni: giovanievescovi@odielle.it