Una giovane che sta affrontando il percorso voluto dall’Arcivescovo ne delinea le potenzialità in termini di riflessione, confronto e crescita

di Martina Maria Carravieri

Martina Maria Carravieri
Martina Maria Carravieri

Il percorso “Senza Indugio”, su mandato dell’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, è occasione di riflessione, confronto e crescita. Oggigiorno è difficile fermarsi e prendere del tempo per riflettere personalmente e sostare un po’ davanti a Cristo, ma soprattutto è difficile fare silenzio e ascoltare ciò che si ha nel cuore. Si è troppo immersi nella frenesia milanese, con la quale ci scontriamo quotidianamente, il pensiero di dover fare tanto, subito e velocemente.

Innanzitutto “Senza Indugio” è opportunità di riflessione perché permette di ascoltare spunti e tematiche su cui potersi soffermare lasciandosi interpellare. Per esempio, come poter essere missionari, testimoni e annunciatori della Parola di Cristo nella quotidianità e nell’incontro con il prossimo. Poter riflettere su quale sia stata l’esperienza nella quale si è incontrato Cristo e si è sperimentato il Suo amore. Come poter essere suoi testimoni senza timore.

Poter riflettere insieme e personalmente su queste tematiche e molte altre, ha permesso inevitabilmente di arrivare al confronto, quale dono e arricchimento. Potersi confrontare con giovani e adulti che vivono la fede e vivono l’amicizia con Cristo, è fondamentale per trovare il coraggio e riacquisire la forza di perseverare nel proprio cammino, anche se difficoltoso. Il confronto non è semplice, anzi è una grande occasione di umiltà e di maturità nel desiderio di poter rivedere e arricchire il proprio pensiero accogliendo anche quello dell’altro.

In conclusione la piacevole e inevitabile conseguenza del confronto è la crescita personale e nella fede, poiché si ha la vera opportunità di ricevere molto nel confronto con chi si incontra, nell’ascoltare esperienze personali vissute e nell’esprimere il proprio sentire riguardo a tematiche differenti. Inoltre è un’opportunità per crescere nella relazione personale con il Signore, acquisendo più consapevolezza del Suo amore e riscoprendo sempre più la Sua Parola. È occasione di arricchimento, poiché la fede e il rapporto con Lui sono in costante evoluzione, non si è mai davvero arrivati a una conoscenza totale.

Il percorso “Senza Indugio” permette di raggiungere una consapevolezza maggiore dell’appartenenza alla Chiesa, dell’appartenenza a una grande famiglia che con difficoltà, ma con tanta gioia prosegue nel cammino verso di Lui.

Alla conclusione di questo primo tratto del percorso, che altro non è che l’inizio della missione, risuona in me una frase della canzone Giorno 1 del gruppo di musica cristiana Reale che dice così: «…per la Tua gloria, per la Tua gloria e non la mia, io canterò, mi donerò, per la Tua gloria…».

L’augurio che desidero fare dal profondo del cuore, specialmente a ogni giovane, è quello di poter evangelizzare e testimoniare senza timore, ma con fiducia e tanto amore, affinché Lui possa crescere in noi e noi diminuire.

 

Ti potrebbero interessare anche: