Questo il tema su cui, attingendo alla propria cultura d’origine e al carisma del proprio Istituto, si confronteranno i partecipanti all’ultimo appuntamento formativo, dalle 9.30 alle 12.30 su Zoom

di monsignor Paolo MARTINELLI
Vescovo ausiliare e Vicario episcopale per la Vita consacrata

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«Chi spera nel Signore avrà in eredità la vita eterna» (Sal 36,9). Essere testimoni di speranza in tempo di pandemia: quale contributo dai nostri carismi?. È questo il tema dell’ultimo appuntamento formativo per persone consacrate provenienti dall’estero – dedicato alla «Sapienza di Dio e cura della vita» – promosso dal Vicariato della vita consacrata e dagli organismi di comunione Cism, Usmi e Ciis, che avrà luogo sabato 15 maggio, dalle 9.30 alle 12.30 su piattaforma Zoom.

Dopo aver interrogato nel primo appuntamento la Parola di Dio sul mistero del dolore e della morte, nell’incontro dello scorso 20 febbraio le oltre 170 persone consacrate partecipanti avevano interpellato le proprie culture di provenienza riguardo a questi passaggi chiave dell’esistenza, oggi resi così drammatici dal lungo tempo della pandemia. Tante persone consacrate provengono da culture e tradizioni spirituali dove la relazione di cura, solidarietà e vicinanza sono modalità condivise con cui si affronta il tempo della malattia o si accompagna una persona alla conclusione della sua esistenza terrena.

L’ultimo incontro formativo è dedicato al tema della speranza. Proprio il nostro Arcivescovo, rivolgendosi alle persone consacrate provenienti dall’estero, aveva fatto notare come nel loro contesto sociale sia più facile parlare di speranza, non solo nella guarigione da una malattia, ma anche nella vita eterna. Non tanto come sogno consolatorio, ma come prospettiva di senso, come destino buono per il quale Dio ci ha voluti, permettendo l’affronto della tribolazione presente nell’orizzonte della fede.

Nell’approfondire questo tema, i partecipanti saranno chiamati ad attingere, oltre che alle proprie culture di origine, anche al carisma del proprio istituto, spesso caratterizzato dalla compassione e dalla carità verso i sofferenti. Si fa così esperienza della bellezza di appartenere a istituti di vita consacrata che si arricchiscono del contributo di persone consacrate provenienti da diverse tradizioni culturali. Qui vediamo una prospettiva promettente per una «Chiesa dalle genti»: il carisma originario di un istituto si sviluppa attraverso il contatto con culture diverse, diventando così più incisivo anche nel nostro contesto multiculturale.

Oltre allo scambio tra i partecipanti sul tema della speranza nel tempo della pandemia, il momento formativo sarà arricchito dall’intervento conclusivo della professoressa suor Rosella Baima, delle suore francescane missionarie di Maria, docente di formazione interculturale alla Pontificia Università Antonianum (Roma).

Info: Vicariato per la Vita consacrata (tel. 02.8556403; religiosi@diocesi.milano.it).

 

 

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