Le letture di Argentero, Atzori, Capotondi, Pitagora, Poretti, Scifoni e Van De Sfroos ogni sera su Chiesa Tv, radio, web e social della Diocesi
Nel contesto della pandemia, fonte di tanti interrogativi e angosce anche per i più piccoli, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha scelto di dedicare al tema delle paure la sua consueta Lettera di Natale a bambini e ragazzi. Una lettera che quest’anno ha preso la forma di una raccolta di brevi racconti: Quella notte, per vincere le sette paure (edito da Centro Ambrosiano).
Grazie alla disponibilità e alla collaborazione di alcuni attori, attrici e personaggi del mondo dello spettacolo, le storie dei ragazzi di Betlemme, invitati ad affrontare le proprie paure con la grazia della preghiera, hanno preso volti e voci noti al grande pubblico. Si tratta di un progetto comunicativo che ha coinvolto Luca Argentero, Simona Atzori, Cristiana Capotondi, Paola Pitagora, Giacomo Poretti, Giovanni Scifoni e Davide Van De Sfroos.
Da domenica 13 dicembre a sabato 19 dicembre, dopo il breve, quotidiano momento di preghiera proposto dall’Arcivescovo (“Il Kaire delle 20.32”), le storie interpretate dai sette artisti saranno visibili su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre) e ascoltabili su Radio Marconi e Radio Mater. Saranno inoltre pubblicate sul portale www.chiesadimilano.it e sui canali social della Diocesi.
«Alcune tra le cose che succedono sgomitano per farsi avanti per diventare notizie – scrive l’Arcivescovo nell’introduzione del libro -: sono le cose strane, i fatti dolorosi, gli eventi disastrosi. Le disgrazie non stanno tranquille: si agitano, gridano, vogliono richiamare l’attenzione. Pertanto, se un bambino sente le notizie del giorno e ascolta i discorsi degli adulti ha buone ragioni per avere paura: parlano solo di quello che spaventa. Ma io vi voglio raccontare la storia dei ragazzi di Betlemme e delle loro sette paure. I ragazzi di Betlemme hanno ricevuto una grazia, quella notte, la notte di Natale: incontrando Gesù bambino hanno vinto le loro sette paure».