Iraniana, in Italia dal 2002, nel 2017 è stata abbandonata dal marito, tornato nel suo Paese. Durante la pandemia ha perso il lavoro, ma il Centro d’ascolto del suo quartiere l’ha indirizzata al Fondo San Giuseppe, che assicura a lei e al figlio un sostegno per tre mesi

di Luisa BOVE

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Marjansadat Modaberian

Ha lasciato l’Iran nel 2002 Marjansadat Modaberian (per tutti Marjan) ed è arrivata in Italia con suo marito, mentre il figlio è nato qui quattro anni dopo. Marjan, 41 anni, vive a Milano, in zona Vigentino, e ha sempre fatto la casalinga. Nell’ottobre 2017 suo marito è tornato nel loro Paese d’origine per rivedere la famiglia. La moglie credeva che rientrasse dopo un mese, invece l’ha abbandonata. Rimasta sola con suo figlio, ha dovuto rimboccarsi le maniche e trovare un’occupazione.

«Lavoravo da due anni dal lunedì al venerdì pomeriggio come bidella in una scuola professionale, mentre il sabato e la domenica ero alla reception di una società privata – racconta la donna -. Mi piaceva tantissimo il mio lavoro, ma per il coronavirus non ho potuto continuare». È stata messa in cassa integrazione, ma da metà giugno non riceve più nulla. «Non avevo più soldi – dice sconsolata -. Io vivo sola con mio figlio e qui non ho parenti».

I contratti a tempo determinato sono scaduti entrambi il 30 giugno scorso e ora Marjan deve cercare un nuovo lavoro. La cassa integrazione ha coperto solo i mesi di marzo e aprile, dal 20 giugno è rimasta senza soldi. In ogni caso si è mossa in anticipo sapendo che non avrebbe avuto possibilità di un rinnovo. «Ho telefonato al Centro di ascolto della parrocchia San Luigi – racconta la donna – e ho parlato con la signora Ida Regali, che già in passato mi aveva aiutato». Ancora una volta le ha teso una mano e attraverso il Fondo San Giuseppe riceverà 500 euro per tre mesi.

Nei giorni scorsi è andata anche al Caf per richiedere la disoccupazione nella speranza di ottenere presto un aiuto. «Non ho ancora ricevuto la somma stabilita – dice Marjan -, ma mi hanno assicurato che arriverà. Ringrazio tanto l’Italia che non ci ha mai lasciati soli; anche quando mio marito mi ha abbandonato tre anni fa, sono stata aiutata dal Centro di ascolto. Sento l’Italia come il mio Paese, anzi di più, perché mi ha sempre sostenuto e so che non verrò mai abbandonata. E poi mio figlio si sente proprio italiano, lui soffre molto la nostra cultura, anche per questo resto a vivere qui, non posso tornare in Iran. Negli ultimi anni ho cresciuto mio figlio da sola, senza la mia famiglia. Dio solo sa tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare».

Marjan ha sempre lottato, è una donna forte e determinata, resiste per suo figlio che gli dà anche tante soddisfazioni. Ha terminato da poco gli esami di terza media con grande successo e a settembre inizierà le scuole superiori, si è iscritto al liceo scientifico delle scienze applicate. I suoi amici e la sua vita sono qui, in Italia. Per questo madre e figlio restano a Milano, il loro futuro non è in Iran ma là dove hanno più volte sperimentato la solidarietà ambrosiana.

 

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