I presidenti delle associazioni delle diocesi della regione: ci viene chiesta una forma di isolamento, tutti possiamo concorrere con comportamenti responsabili per non vanificare il sacrificio di chi lotta contro il virus; e da cristiani riscopriamo la comunione spirituale, la preghiera e la solidarietà

I presidenti delle associazioni delle Diocesi lombarde

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Insieme come presidenti dell’Azione cattolica italiana delle dieci Diocesi di Lombardia desideriamo offrire un contributo di riflessione, di solidarietà, di vicinanza a tutti coloro che in questo tempo vivono in Lombardia. Una terra che evoca ricchezza, benessere, tecnologia avanzata, ma che da qualche settimana è alla ribalta delle cronache per il Covid-19, gli isolamenti, i positivi, i malati e purtroppo i deceduti. È di domenica la notizia di un isolamento “regionale”: entrare e uscire dalla Lombardia può accadere, ma solo per serissimi motivi. Un isolamento che ci viene chiesto per provare a spezzare il contagio. Un isolamento che si traduce in mancanza di scuola, mancanza di luoghi di socializzazione, mancanza di celebrazioni e di comunità. Un isolamento che già dopo un giorno è stato esteso a livello nazionale e che potrà conoscere ancora altre misure.

Scopriamo nei divieti di essere profondamente interconnessi, il virus si è propagato per moltissimi legami anche non voluti che ci uniscono: mezzi pubblici, classi, squadre, équipe di lavoro, il condividere al bar il gioco delle carte…

I tanti “no” che i decreti ci impongono sottendono il “sì” al bene comune, addirittura alla salute comune come valore da custodire anche con sacrificio. Tutti possiamo concorrere con comportamenti responsabili non facendo, non uscendo. Mentre la più parte si deve astenere dal fare, una piccola ma importantissima minoranza è impegnata ad agire in modo frenetico per curare, soccorrere, studiare soluzioni.

Non vanifichiamo il loro sacrificio con le nostre irreversibili abitudini.

Da fedeli laici accogliamo l’invito dei nostri vescovi a vivere questa Quaresima di digiuno e di non partecipazione riscoprendo il valore della comunione spirituale, della preghiera di intercessione, della solidarietà. Siamo chiamati a vivere la nostra fede quotidiana dando un valore speciale alla comunione: la preghiera delle lodi e dei vespri ci pone in comunione con tutta la Chiesa che prega e intercede, la lettura personale della Parola ci unisce a vicenda.

Cerchiamo la voce autorevole dei nostri vescovi in Internet e nei mezzi di comunicazione sociale: questo è di sprone per noi e ci permette di condividere una parola di speranza con chi può averne bisogno. Impariamo nella prova vie di coltivazione della vita spirituale in giornate molto secolarizzate, potremo farne tesoro anche in tempo di pace.

Accettiamo con responsabilità di convertirci a stili di vita diversi per il bene di tutti. Quanto non abbiamo ancora accettato di fare nei riguardi del modo di consumare e modificare l’ambiente ora ci si impone dal lato dell’emergenza virale.

Dobbiamo dire “no” a comportamenti errati perché la solidarietà possa trovare vie per diventare un “si”: questo deve avvenire in ciascuno e in tutti, perché si possa “uscire insieme “da questo male, via di una rinnovata azione politica per l’emergenza e per il tempo successivo.

In questa sospensione dal fare, dal partecipare, dall’agire immediato possiamo scoprire altre vie di intervento più sottili, più spirituali, non meno reali, non meno solidali.

  • Ci impegniamo a tenere alta la preghiera nel quotidiano a livello personale e nelle nostre case intercedendo per tutti, perché ci sia presto un ritorno alla salute, perché medici e infermieri riescano a reggere questa crisi, perché chi ha responsabilità politiche provveda con il necessario, perché chi ha più risorse le renda disponibili a chi si sta drammaticamente impoverendo.
  • Una particolare attenzione desideriamo esprimere per i sacerdoti delle nostre parrocchie, per i nostri vescovi: celebrano da soli, non possono incontrare la comunità, anche loro si ammalano. Anche nei loro confronti esprimiamo una vicinanza affettuosa, grata. Desideriamo far loro sapere che il loro celebrare ci fa bene, ci consola, ci incoraggia. Ci siamo: lontani e invisibili ma non assenti.
  • Sensibilizzati alla rilevanza del “noi” collettivo non vogliamo neppure che sia un noi tutto lombardo o italiano: è un “noi” globale come lo è l’epidemia, ormai una pandemia. Questo “noi” non è fatto solo di Covid- 19. Questo male rischia di oscurare i mali di altri, la necessaria solidarietà verso altre sofferenze: quelle del popolo siriano, quelle dei popoli del Corno d’Africa alle prese con le cavallette, quella dei profughi di tante guerre, quelle dei poveri di sempre…Agire per il bene di tutti non conosce egoismi: il bene vero è sempre riflessivo. Facciamo il bene e questo ci fa bene. Vivere un’appartenenza sostanziale alla grande famiglia umana, in spirito di fratellanza è la via che fa bene alla vita di ciascuno, non è retorica religiosa.
  • Se avvertiamo la rilevanza reale delle relazioni lunghe che ci legano alla famiglia umana, in questo tempo avvertiamo anche la possibilità di riscoprire i rapporti brevi, familiari, condominiali, da vivere con rinnovata attenzione. L’anziano solo vicino di casa, genitori in difficoltà a curare i figli a casa da scuola accanto a persone in pensione che possono dare una mano, persone in isolamento a cui non far mancare la spesa fuori porta, l’apprendimento peer to peer nella didattica on line dove il ragazzo insegna all’adulto programmi innovativi perché l’adulto gli insegni una disciplina…

Come associazioni e singoli di Azione cattolica ci siamo, condividiamo, mettiamo a disposizione i nostri siti, i nostri canali, i nostri legami per comunicare, per coltivare relazioni, per inventarci nuovi stili di vita più fraterni e più solidali con tutte le persone, nella quotidianità e con tutta la nostra Chiesa.

Ci sentiamo uniti a tutti con una particolare comunione tra le Chiese di lombardia grazie anche alle parole che il metropolita arcivescovo Mario Delpini e i vescovi di tutte le Diocesi ci stanno indirizzando con video, lettere, sms… Insieme possiamo attraversare questo tempo.

Paola Massi – Bergamo
Giuliana Sberna – Brescia
Paolo Bustaffa – Como
Antonio Crotti – Crema
Silvia Corbari – Cremona
Raffaella Rozzi – Lodi
Robertino Mantovani – Mantova
Silvia Landra – Milano
Carla Conti – Pavia
Paolo Volpato – Vigevano
Valentina Soncini – delegata della Regione Lombardia con la delegazione regionale

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