Raccolti oltre 56 mila euro con i “Regali”, un dono da più di 15 mila euro sotto l’albero in piazza Duomo, 23 famiglie hanno aderito a «Il pane spezzato è più buono dell’aragosta»
I cittadini della Diocesi di Milano hanno offerto 683 pasti al Refettorio Ambrosiano (la mensa solidale di piazza Greco), 441 notti al Rifugio Caritas (il ricovero per senza tetto sotto la Stazione Centrale) e 353 carrelli della spesa agli utenti degli 8 Empori della Solidarietà presenti nel territorio diocesano, dove chi ha bisogno può fare acquisti senza usare il denaro, ma pagando con una tessera a punti. Altri hanno invece preferito far giungere il loro aiuto più lontano, sostenendo l’acquisto di animali da cortile per la Cafasso House, la fattoria sociale che accoglie e reinserisce a Nairobi i giovani che escono dal carcere minorile della capitale keniota. Questo l’esito dell’iniziativa “I Regali Solidali”, promossa da Caritas Ambrosiana. Le donazioni hanno complessivamente raggiunto la cifra di 56.545 euro, una somma equivalente a quella raggiunta negli anni scorsi.
Collegandosi direttamente sul sito dell’organismo diocesano, i cittadini hanno potuto scegliere l’importo della donazione e la tipologia del regalo. In cambio hanno ricevuto un biglietto di ringraziamento che hanno potuto girare via mail o stampare e consegnare a mano al destinatario. Un modo semplice, a basso impatto ambientale, per esprimere e condividere la propria generosità.
Inoltre hanno donato spese alle famiglie degli Empori della Solidarietà per un valore di 15.610 euro anche chi è entrato nel Super Box sotto l’Albero di Natale allestito da Esselunga in piazza Duomo nell’ambito dell’iniziativa Milano SuperChristmas promossa dal Comune.
Infine, nei giorni di festa appena passati, c’è anche chi ha voluto aprire le porte di casa a persone in difficoltà, aderendo all’appello “Il pane spezzato è più buono dell’aragosta”. Sono state 22 le famiglie, individuate dagli operatori di Caritas Ambrosiana a seguito di un colloquio e 33 gli ospiti che sono stati invitati a pranzo o a cena.
Persone come la signora Valeria Braggion, pensionata milanese, che insieme alla figlia e a due amiche, ha ospitato a Santo Stefano, il 26 dicembre, un egiziano 50enne, seguito dal Sai, il Servizio di accoglienza immigrati di Caritas Ambrosiana: «Mi ha raccontato la sua vita difficile in Italia, i lavori salutari e mal pagati che trova nonostante la laurea in agraria che ha conseguito ad Alessandria d’Egitto, la frustrazione per non riuscire a fare di più per la famiglia che è rimasta nel suo Paese. Mi auguro di avergli regalato qualche momento di serenità. Alla fine del pranzo mi ha fatto i complimenti per il menu. Avevo preparato ravioli ripieni di spinaci, uno sformato di verdure e antipasti vegetariani per rispetto alla sua religione anche se poi mi ha confidato di essere un musulmano non praticante e che quindi avrei potuto farmi meno scrupoli cucinando anche della carne», racconta la Braggion.
Marco Radelli, invece nella sua casa nella parrocchia di Ponte Lambro, sempre a Milano, ha accolto una numerosa famiglia ecuadoregna. «Eravamo in tanti anche noi, alla fine i miei ragazzi hanno giocato con i loro e siamo stati tutti molto bene», afferma.