«Regalate un briciolo di gioia»: questo l'invito dell'Arcivescovo alle centinaia di universitari presenti alla Messa prenatalizia nella basilica dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore, indicando loro la forza che viene dalla nostra storia illuminata da Gesù
di Annamaria
Braccini
«Faccio l’elogio della storia minima, quella della gente da poco, quella che non si nomina nei libri di storia, quella che non merita l’attenzione della cronaca, che non attira i riflettori e si sente in imbarazzo quando capita che si trovi al centro dell’attenzione».
In una parola, la storia che l’Arcivescovo contrappone – presiedendo la Celebrazione eucaristica in vista del Natale per gli Universitari di Milano -, alla grande storia di Erode, il re della Giudea e di Artaserse, come si legge nel Vangelo di Luca e nel libro di Ester e che si allude nel I Libro di Rut, letture della I Feria prenatalizia dell’Accolto. E, poi, c’è «la storia vera degli uomini e delle donne, storia minima scritta da loro, che hanno qualcosa in comune, l’umiltà. Gente che sa prendersi le proprie responsabilità senza esibire il potere, che ripone la propria fiducia in Dio, che conosce in propri limiti senza deprimersi, gente che sa pregare. Eppure la gente da poco ha lo stesso desiderio di felicità, lo stesso bisogno d’amore, uno stesso senso dell’incompiuto che abita in tutte le storie umane, magari nel desiderio di un figlio che non si è realizzato, del vigore della giovinezza che è passato tanto tempo».
Il pensiero va, in specifico, a chi vive il tempo degli studi accademici, magari, con «la fatica improduttiva che prepara gli esami e che non riesce a superarli; di chi intraprende una storia d’amore e si rende conto dell’abbandono; di chi che ha un idea nobile dell’amicizia e consuma la propria vita con amici interessati: di chi si immaginava un esito che non è venuto. L’incompiuto è l’impressione di avere qualcosa da dire e accorgersi che non c’è nessuno che voglia ascoltare, l’apertura di un mondo universitario che è smentita dai fatti, le domande che non trovano risposta».
Nella basilica dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore (alle spalle dell’Università degli Studi) si affollano, come tradizione, centinaia di studenti, concelebrano 15 sacerdoti, tra cui il vicario episcopale di Settore, don Mario Antonelli, don Marco Cianci coordinatore della Consulta universitaria, i Cappellani degli Atenei, don Marco Fusi, responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università, don Ettore Colombo, responsabile della Comunità Pastorale “Santi Apostoli”.
A tutti è rivolto l’invito a volgere lo sguardo alla storia minima «visitata dalla grazia, destinataria della parola che trasforma la vita in vocazione, la situazione in occasione e l’abitare in questo tempo nella responsabilità di seminare tracce per accogliere la promessa di Dio e, perciò, per camminare nella speranza. È una storia trasfigurata, scritta a gloria di Dio, dove non si cerca la propria gloria. Si ama si lavora, si vivono i giorni della salute e della malattia, non con una traversata nel deserto, ma con una cammino verso la terra promessa; si diventa vecchi, ma non come gente che si rassegna ad andare verso la morte, ma come gente che crede nella promessa della vita eterna: Si celebrano le feste, non come una parentesi per distrarsi da un quotidiano insignificante, ma come la celebrazione di un amore che unisce i fratelli e le sorelle e a Dio nei sacri misteri e che trasfigura tutta la storia umana».
Così – suggerisce il vescovo Mario – «l’insperato diventa realtà, l’incompiuto si fa compimento. Così si può trasfigurare tutta la storia umana, la storia delle gioie e dell’insuccesso, si può celebrare nelle feste: questa è la certezza che abbiamo. Dice il Vangelo che i pastori furono avvolti dalla gloria di Dio, così i credenti possono proclamare di aver visto la gloria di Dio nella presenza di Gesù che è entrato nella storia perché tutti possiamo scrivere, con umiltà, la nostra pagina di storia minima ».
E, in conclusione, c’è tempo per l’atteso “Editto”: «Regalate un briciolo di gioia. Continuate a studiare, andate in vacanza in questi giorni, ma regalate gioia in famiglia, agli altri, perche il segreto della felicità, è prendersi cura della felicità degli altri».