Il progetto sta per essere ultimato dalla Congregazione del Rito Ambrosiano: prima della sua consegna alla Sede Apostolica, monsignor Magnoli ne illustra gli aspetti salienti. La realizzazione dovrebbe completarsi per la Pasqua o l’Avvento 2021
di monsignor Claudio
MAGNOLI
Responsabile del Servizio per la Pastorale liturgica
Da tempo le comunità di Rito Ambrosiano avvertono l’esigenza di una nuova edizione del Messale Ambrosiano a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, che fu pubblicato nel 1976 e la cui ultima ristampa risale al 1990. Il progetto, che si è venuto elaborando negli anni dell’episcopato Scola, è ora in fase di ultimazione da parte della Congregazione del Rito Ambrosiano per essere definitivamente sottoposto alla conferma della Sede Apostolica. È dunque doveroso, prima di arrivare alla «consegna romana», illustrare alle comunità di Rito Ambrosiano e ai loro pastori gli aspetti salienti della sua preparazione.
Con questa nuova edizione si vanno anzitutto a recepire le novità introdotte con l’entrata in vigore dei più recenti libri liturgici ambrosiani: il Lezionario per i tempi liturgici (2008) e per le celebrazioni dei santi (2010), l’Evangeliario Ambrosiano (2011) e il Libro delle Vigilie (2016). Queste le principali ricadute pratiche: 1) La scansione dei tempi liturgici e la titolatura dei formulari è stata armonizzata con i libri liturgici citati; 2) I formulari delle messe per il tempo dopo l’Epifania e dopo Pentecoste sono stati ricomposti, valorizzando in parte il materiale del precedente tempo per annum e in parte i testi delle messe votive e per varie necessità, per creare un migliore raccordo tra parola di Dio, eucologia e canti; 3) Il Triduo Pasquale è stato risistemato e completato alla luce degli altri libri liturgici e nelle grandi vigilie di Natale, Epifania e Pentecoste sono state riportate le orazioni che accompagnano le letture dell’Antico Testamento; 4) Le memorie dei santi sono state riportate secondo i tre distinti livelli di Calendario (comune, proprio diocesano, urbano) e il proprio dei santi recepisce i testi dei santi e dei beati introdotti dopo il 1990.
Nel 2002 è stata promulgata la terza edizione tipica latina del Messale Romano, a partire dalla quale i Vescovi italiani hanno curato la nuova edizione del Messale Romano per l’Italia, che vedrà la luce nel 2020. Dalla nuova edizione italiana del Messale Romano il Messale Ambrosiano trae alcune significative novità, come ad esempio: 1) La riscrittura di alcune parti dell’Ordinamento Generale (i vecchi Principi e Norme); 2) I mutamenti testuali nel Gloria (uomini, amati dal Signore), nelle preghiere eucaristiche e nel Padre Nostro (e non abbandonarci alla tentazione); 3) L’assunzione delle quattro forme della preghiera eucaristica per varie necessità, una volta dette «preghiere eucaristiche svizzere»; 4) L’incremento del linguaggio inclusivo (fratelli e sorelle) e l’esplicitazione, dove possibile, della formulazione al femminile accanto a quella al maschile, specialmente nei comuni dei santi e nelle messe per i defunti.
Dopo un’attenta valutazione la Congregazione del Rito Ambrosiano ha ritenuto non praticabile, almeno per il momento, la via di una nuova versione integrale dei canti, delle preghiere e dei prefazi e ha preso la decisione di mantenere inalterato il testo in uso. Il criterio primario, indicato dalla Sede Apostolica, di una forte aderenza del testo italiano al latino non è sembrato infatti venire incontro alle ragioni pastorali che ne chiedevano la revisione. Solo in pochi casi specifici – per esempio l’orazione dopo la comunione dell’1 gennaio – si è derogato a questa decisione, provvedendo a una nuova versione.
Nonostante un significativo incremento del numero delle pagine, il nuovo Messale Ambrosiano sarà in un unico volume, ben rilegato e maneggevole. Sulla scia delle precedenti edizioni, risulterà corredato di una ricca parte iconografica e il Rito della messa incentiverà la notazione musicale delle parti del dialogo tra il sacerdote (il diacono) e il popolo.
Come saranno i tempi della sua realizzazione? Fino a metà gennaio del 2020 si raccolgono eventuali segnalazioni e desiderata; a febbraio il testo (in italiano e in latino) verrà portato a Roma in Congregazione per la recognitio; il lavoro redazionale partirà solo a recognitio avvenuta e potrebbe portare il nuovo Messale sui nostri altari per la Pasqua o per l’Avvento del 2021.