Alle 20, in San Bernardino alle Monache a Milano, Veglia ecumenica in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa: presiede monsignor Bressan
In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, la Comunità di Sant’Egidio promuove “Morire di Speranza”, una veglia ecumenica di preghiera per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nei viaggi della speranza verso l’Europa. Perché la loro memoria non vada perduta. Perché non accada più. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza, specie in un momento come quello attuale in cui tante porte e porti si chiudono, e cessino le morti nel Mediterraneo.
«Alain, Mulela, Nadia, Youssef…». Durante la preghiera saranno letti i nomi e le storie di quanti hanno intrapreso questo viaggio e sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza, e cessino le morti nel Mediterraneo.
La preghiera “Morire di Speranza” si tiene in diverse città italiane ed europee, tra cui Roma, Catania, Barcellona, Torino, Palermo, Madrid, Napoli, Losanna, Padova, Bologna, Bari. A Milano la preghiera si terrà venerdì 21 giugno alle 20 presso la chiesa di San Bernardino alle Monache (via Lanzone 13 – MM2 Sant’Ambrogio). Sarà presieduta da monsignor Luca Bressan (vicario episcopale), parteciperanno padre Ionut Radu (Chiesa ortodossa romena) e la reverenda Vickie Sims (Chiesa anglicana). Prenderanno parte alla preghiera anche diversi profughi ospitati nei centri di accoglienza milanesi, molti dei quali frequentano le Scuole di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant’Egidio.
Si calcola che siano oltre 38 mila le vittime dei viaggi in mare e via terra verso l’Europa, dal 1990 a oggi. Le tragedie del mare non sono affatto finite. Nell’ultimo anno, da giugno 2018 a oggi, le vittime sono state 2389, mentre nel primo semestre del 2019 sono già 904 i morti in mare, con un aumento delle donne e dei bambini che hanno perso la vita in traversate sempre più pericolose. A fronte di una diminuzione degli sbarchi, è infatti cresciuta la percentuale di morti e dispersi: se nel 2017, considerando solo il Mediterraneo Centrale, il tasso di mortalità di chi intraprendeva un “viaggio della speranza” era di 1 su 38, nel 2018 è stato di 1 su 14.
Le morti in mare non sono una statistica, ma una tragedia dell’umanità di fronte alla quale non si può restare indifferenti. Di fronte ai morti in mare ribadiamo la necessità di aprire con urgenza corridoi umanitari e nuove vie legali di ingresso in Europa. I corridoi salvano vite e contrastano veramente il traffico di esseri umani, sono una luce di speranza perché frutto di un’alleanza ecumenica, che indica l’aiuto ai poveri come via per mettere in pratica il dialogo tra cristiani. Il progetto è realizzato da Sant’Egidio insieme alle Chiese protestanti italiane e alla Cei, dal Libano per i profughi siriani e dall’Etiopia per quelli del Corno d’Africa: sono ormai oltre 2.500, giunti non solo in Italia ma anche in Francia, in Belgio e ad Andorra. Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo la sua riconoscenza alla società civile che li ha resi possibili con la collaborazione dello Stato.