Protagonisti e avvenimenti significativi della storia dell’associazione dei giornalisti cattolici, che trova la sua ragion d’essere nel confronto fra la Parola e le parole

di Luigi DE FABIANI
da «Giornalismo cattolico e quarant'anni di Ucsi» (Studium, 1999)

giornalisti
Il card. Giovanni Colombo saluta un giornalista; di fronte Gigi de Fabiani con la figlia Giovanna

Milano, con la Lombardia, è la capitale della stampa a ispirazione cristiana, vantando tre quotidiani cattolici, importanti settimanali in tutte le diocesi, le pubblicazioni della Società di San Paolo, case editrici e giornali specializzati. E anche radio e televisioni locali. La stampa cattolica è scuola di formazione per una onesta professione, di testimonianza cristiana e quindi di impegno nell’Ucsi, soprattutto dei giovani. A Bergamo con l’apporto di don Andrea Spada è nata, in seno all’Università Cattolica, la prima scuola di giornalismo, poi trasferita a Milano. Con l’Istituto per la formazione al giornalismo voluto da Carlo De Martino e Luigi Marinatto – due colleghi impegnati anche in testate cattoliche -, Milano è anche centro di formazione delle nuove leve.

L’arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, è l’autore di uno dei più importanti documenti sulla buona comunicazione. La lettera pastorale Il lembo del mantello è stata commentata e accolta favorevolmente da tutta la stampa, anche straniera.

A Milano, presso la sede dell’Università di padre Gemelli, il cardinale Montini, parlando a una assemblea nazionale dell’Ucsi, annunciò per la prima volta la nascita di un giornale cattolico, quotidiano e nazionale: Avvenire. Al tavolo della presidenza c’erano Raimondo Manzini e Giuseppe Lazzati. Manzini, primo presidente nazionale dell’Ucsi, ha maturato la sua vocazione all’apostolato della comunicazione nelle fila della Compagnia di San Paolo fondata a Milano dal cardinale Andrea Ferrari, che cento anni fa ha ispirato la creazione della Società della Buona Stampa. Anche per questo è stato fatto «beato». Il professor Giuseppe Lazzati, allora direttore de L’Italia, è stato vicepresidente nazionale dell’Ucsi: indimenticabile la sua relazione tenuta a Palermo. Di lui è in fase avanzata la causa di beatificazione.

Altri giornalisti lombardi sono candidati alla santità: monsignor Sonzini, direttore de Il Luce di Varese, e il pubblicista don Carlo Gnocchi.

Del quotidiano L’Italia per tanti anni è stato caporedattore Natal Mario Lugaro, scrittore, amico e biografo di Manzini.

Ha varcato il traguardo dei 90 anni fra i ricordi più belli la sua presidenza dell’Ucsi lombarda ai tempi della segreteria di Carlo Demetrio Faroldi. Indimenticabili i convegni annuali a Salsomaggiore, con la scoperta del bravo parroco del luogo, don Ersilio Tonini, la Pasqua del giornalista nella casa di Salice Terme con i piccoli mutilatini di don Gnocchi e i frequenti incontri di preghiera animati dall’assistente don Carlo Bordoni, prete eccezionale, direttore de Il Ticino di Pavia e apostolo fra i carcerati. Sempre presenti alle attività dell’Unione il direttore de L’Eco di Bergamo, don Andrea Spada, e il direttore de L’Ordine di Como, don Pino Brusadelli.

Gli anni d’oro dell’Ucsi in Lombardia ebbero l’impronta di Italo Uggeri, amico e collega appassionato, intelligente e onesto, ora nella Luce; fu anche esemplare segretario centrale e fondatore del gruppo «Impegno sindacale».

Fra gli iscritti dell’Ucsi molti operarono bene nelle istituzioni della categoria. Per esempio Sergio Borsi, segretario della Federazione nazionale della stampa e oggi direttore de L’Eco di Bergamo e presidente dell’Ucsi lombarda, e Vieri Poggiali, presidente dell’Inpgi.

In occasione del XX congresso nazionale eucaristico a Milano, fece notizia il convegno «Informazione senza anima: il giornalismo nella società secolarizzata»: tre giorni di dibattito con nomi importanti del giornalismo laico e cattolico (Pansa, Mo, Messori, Marion, Borsi, Irina Alberti, Farina, Gheddo, Testori, Accattoli, Longhi, Masson e altri). Un confronto sempre aperto nella vita dell’Ucsi, nella consapevolezza che esiste un futuro del giornalismo finché vivrà la fatica d’amore del confronto fra la Parola e le parole. Il convegno fu organizzato in collaborazione con Avvenire, che ha sempre dato le buone notizie dell’Ucsi e che, cominciando dai direttori, nella causa comune ha camminato sempre insieme. Ho avuto la fortuna, anche per mia scelta, di passarvi la vita: è stato così bello e facile percorrere per 40 anni la strada indicata dall’Ucsi ieri e oggi.

Ti potrebbero interessare anche: