Prospettive di inserimento lavorativo e percorsi possibili di corresponsabilità al centro di un seminario promosso da Caritas Ambrosiana

di Stefania Cecchetti

lavoro Cropped

«Lavoro anch’io» è il titolo del convegno che si terrà martedì 14 maggio, dalle 9.30 alle 13, presso la sede di Caritas Ambrosiana (via San Bernardino 4, Milano). La mattinata vuole essere un invito a riflettere sul tema dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, come spiega Silvia Borghi, dell’Area disabili della Caritas diocesana: «La legge 68/99 sul collocamento mirato delle persone con disabilità compie vent’anni. Ci sembrava il momento giusto fare il punto sull’applicazione della normativa e riflettere sulle criticità che ancora permangono. Prima fra tutte, il fatto che la legge sia considerata ancora dalle aziende più come un obbligo da assolvere, o se possibile da evitare pagando una sanzione, che come un’opportunità. In un mondo lavorativo votato alla produttività e all’efficienza, raramente la persona con disabilità, che ha tempi diversi, viene considerata una risorsa».

La prima parte del convegno sarà dedicata ai bilanci: «Claudio Messori, della Fondazione Pino Cova, farà un quadro generale della situazione per poi soffermarsi sul ruolo delle agenzie di intermediazione al lavoro, che si occupano di individuare e valorizzare le attitudini dei giovani con disabilità per farli incontrare con l’offerta più giusta per loro».

Lucio Moderato, direttore dei servizi innovativi per l’autismo dell’Istituto Sacra Famiglia, porterà invece la sua esperienza sui progetti di inserimento di persone autistiche o con sindrome di Asperger. «L’Asperger – precisa Borghi –  è una forma di autismo ad alto funzionamento. Alcuni di questi giovani sono arrivati a coprire ruoli anche di un certo rilievo nelle aziende».

Di autismo parlerà anche Francesco Bracone, amministratore delegato di Ravensburger Italia, che aprirà la serie delle testimonianze. «Bracone sarà presente nella doppia veste di responsabile d’azienda e padre di un ragazzo autistico – dice Borghi -. Racconterà di inserimenti lavorativi che nella sua azienda hanno avuto successo, a cominciare dall’esperienza del figlio stesso, proprio grazie alla sua particolare sensibilità».

Le altre esperienze positive che verranno condivise nella seconda parte della mattinata sono tutte un segno di speranza, secondo Borghi: «Ci dicono che, nonostante le difficoltà, è possibile arrivare a una soluzione positiva. Dimostrano che l’assunzione di una persona con disabilità, se valorizzata, può cambiare in meglio le relazioni sociali all’interno di un’azienda». Da parte della persona con disabilità, oltre che una tutela della dignità e un vantaggio in termini di socialità, il lavoro è soprattutto uno strumento di indipendenza. «Guadagnare uno stipendio significa poter vivere in modo autonomo rispetto alla famiglia. Non basta vivere in una comunità o in condivisione con altre persone con disabilità, come molti fanno. Senza una fonte di guadagno l’indipendenza non è effettiva».

Info e iscrizioni: tel 02.76037.260; disabili@caritasambrosiana.it

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