Dopo un incontro con il clero, sabato 4 e domenica 5 maggio le prime tappe in parrocchie e comunità. Il decano don Carlo Manfredi presenta il territorio che l'Arcivescovo visiterà fino a fine giugno

di Cristina CONTI

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Giovedì 2 maggio, con l’incontro tra l’Arcivescovo e i sacerdoti a Cerro, inizia la visita pastorale nel Decanato di Besozzo (Varese), nella seconda Zona pastorale. Un territorio che ci presenta il Decano, don Carlo Manfedi, responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa di Laveno Mombello: «Il nostro Decanato conta circa 56 mila abitanti e comprende parrocchie dislocate in 14 Comuni (Bardello, Besozzo, Biandronno, Brebbia, Bregano, Cocquio, Comerio, Gavirate, Laveno, Leggiuno, Malgesso, Monvalle, Sangiano e Travedona), situati a nord di Varese e di dimensioni molto differenti tra loro. Un territorio ampio, che dal Lago di Varese arriva fino alle sponde del Lago Maggiore: durante la stagione estiva le località rivierasche registrano un aumento dei residenti. Il Decanato, poi, è suddiviso in tre “decanatini”: Besozzo, Gavirate e Laveno Mombello. Negli ultimi anni tutte le parrocchie sono state riorganizzate e articolate in 6 Comunità pastorali e una Unità Pastorale».

Quali i principali problemi del territorio?
È in aumento il numero delle separazioni e dei divorzi e di quanti non si sposano, ma convivono. Di recente in Decanato si sono verificati omicidi, suicidi e incidenti sul lavoro che hanno influito sulla serenità di molte famiglie, in particolare quelle anziane. La droga si sta di nuovo diffondendo non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti. In questi anni alcune famiglie del Decanato hanno beneficiato del Fondo Famiglia Lavoro.

La crisi economica si è avvertita?
L’economia del territorio si basa principalmente su piccole e medie imprese, sugli esercizi commerciali e sulle attività artigianali: nel Comune di Biandronno ha sede il complesso industriale di Whirlpool, in quello di Malgesso il polo industriale Ilpea e a Ispra, appartenente al Decanato di Sesto Calende, è presente il polo di ricerca della Comunità Europea, attorno al quale ruotano molti stranieri che vivono nel territorio del nostro Decanato. In questi ultimi anni parecchie imprese “storiche” per il nostro territorio hanno cessato la loro attività lavorativa, con conseguenti difficoltà per le famiglie.

E l’immigrazione?
La presenza di cittadini extracomunitari risulta ancora di dimensioni modeste: in alcuni Comuni risiede un certo numero di famiglie di uguale provenienza.

Come si articola la Visita pastorale?
L’Arcivescovo visita le singole parrocchie, partendo sempre da una visita al cimitero. Poi nelle singole chiese celebra l’Eucaristia o un momento di preghiera. Inconta quindi i genitori e i ragazzi impegnati nella catechesi dell’iniziazione cristiana, consegna la regola di vita ai nonni, e rivolge un saluto particolare ai chierichetti, consegnando loro la rivista Fiaccolina. Ogni comunità è poi sollecitata a un impegno vocazionale nella preghiera e nella riflessione, e l’invito è rivolto soprattutto ai giovani: a questo proposito ci sarà la consegna della “Lampada delle Vocazioni” in ogni parrocchia.

Quali le tappe più significative?
Non sono in grado di anticipare quali realtà incontrerà nelle singole visite alle Comunità e alle parrocchie. Oltre a quelle ufficiali già citate (genitori e ragazzi dell’iniziazione cristiana, chierichetti, nonni), arrivando al cimitero incontra gruppi sportivi, associazioni, movimenti, ecc). È prevista la visita alle case di riposo e a realtà significative eventualmente indicate dal parroco. Andrà poi a Santa Caterina del Sasso per incontrare la nuova comunità Fraternità di Betania, visiterà la Sacra Famiglia a Cocquio Trevisago e la Casa Famiglia–Comunità di don Benzi a Cerro. Compatibilmente con il tempo a disposizione, c’è grande disponibilità a incontrare e conoscere le diverse realtà che compongono il tessuto ecclesiale e non delle nostre comunità.

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