Un Motu Proprio, una nuova legge per lo Stato Vaticano estesa alla Curia e le linee guida pastorali: sono i tre documenti, firmati dal Santo Padre, sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili

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Il Motu Proprio, la nuova legge per lo Stato Vaticano estesa alla Curia e le linee guida pastorali sono tre nuovi, importanti documenti, firmati da papa Francesco, sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili.

Lettera apostolica

La Lettera apostolica del Pontefice, in forma di Motu Proprio, si lega a un dovere che coinvolge tutta la Chiesa: quello «di accogliere con generosità i minori e le persone vulnerabili e di creare per loro un ambiente sicuro, avendo riguardo in modo prioritario ai loro interessi». Questa responsabilità richiede «una conversione continua e profonda», in cui «la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la credibilità dell’annuncio evangelico e a rinnovare la missione educativa della Chiesa».

Competenza degli organi giudiziari vaticani
Papa Francesco stabilisce che, per i reati contro minori o persone vulnerabili commessi in territorio Vaticano, abbiano giurisdizione penale i competenti organi giudiziari vaticani. Il Motu Proprio si inserisce in un lungo percorso e arriva dopo l’incontro, incentrato sul tema «La protezione dei minori nella Chiesa» e tenutosi in Vaticano dal 21 al 24 febbraio scorsi.

Una comunità rispettosa e attenta
L’obiettivo, indicato dal Pontefice, è quello di «rafforzare ulteriormente l’assetto istituzionale e normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le persone vulnerabili» affinché «nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano» sia mantenuta «una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono, di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento». «Maturi in tutti – aggiunge il Papa – la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di prevenzione e contrasto».

Cura pastorale delle vittime
Il Papa indica altre priorità: sia «efficacemente perseguito a norma di legge – scrive Francesco – ogni abuso o maltrattamento contro minori o contro persone vulnerabili». Sia riconosciuto «a coloro che affermano di essere stati vittima di sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai loro familiari, il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati». Sia offerta alle vittime e alle loro famiglie, sottolinea poi il Pontefice, «una cura pastorale appropriata, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico e legale».

Diritti degli imputati
Il Papa, riferendosi agli imputati, indica «il diritto a un processo equo e imparziale, nel rispetto della presunzione di innocenza, nonché dei principi di legalità e di proporzionalità fra il reato e la pena». «Venga rimosso dai suoi incarichi – si legge – il condannato per aver abusato di un minore o di una persona vulnerabile e, al contempo, gli sia offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale, anche ai fini del reinserimento sociale». «Sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente». «Sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili».

Assistenza spirituale e medica per le vittime
Alle vittime, si legge nella Lettera, «è offerta assistenza spirituale, medica e sociale, compresa l’assistenza terapeutica e psicologica di urgenza, nonché informazioni utili di natura legale, tramite il Servizio di accompagnamento gestito dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano».

Legge su protezione dei minori e delle persone vulnerabili

Nella legge n. CCXCVII (297) si ricorda innanzitutto che al “minore” è equiparata la persona vulnerabile, ovvero ogni persona «in stato di infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere».

Prescrizione
Si stabilisce che i reati sono perseguibili d’ufficio. «Il termine di prescrizione, si ricorda inoltre nell’articolo 2 della legge, è di venti anni e decorre, in caso di offesa ad un minore, dal compimento del suo diciottesimo anno di età». La norma prevede inoltre, che nel procedimento penale, la persona offesa ha tra l’altro diritto «alla tutela della propria immagine e sfera privata, nonché nella riservatezza dei dati personali». Ha anche diritto all’adozione di «misure idonee ad evitare un contatto diretto con l’imputato».

Obbligo di denuncia
I pubblici ufficiali dello Stato sono obbligati a presentare «senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell’esercizio delle loro funzioni», abbiano notizia o fondati motivi di reati contro un minore o una persona vulnerabile. Sono pubblici ufficiali, tra gli altri, i membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana e delle Istituzioni ad essa collegate, i legati pontifici ed ogni altra persona titolare di un mandato amministrativo o giudiziario nella Santa Sede.

Audizione del minore
Quando si procede all’audizione del minore, questi «può essere accompagnato da un suo avvocato, nonché da un maggiorenne di sua fiducia ammesso dall’autorità che procede». L’audizione di quanti hanno meno di 14 anni «è sempre condotta con l’ausilio di uno psicologo e secondo modalità adeguate allo scopo». La deposizione «è documentata anche mediante videoregistrazione, che deve essere acquisita come prova in giudizio».

Indagini
Il promotore di giustizia richiede l’adozione, anche in via provvisoria, dei provvedimenti necessari a «garantire la sicurezza e l’integrità fisica della persona offesa», «ad allontanare l’indagato dalla persona offesa o da altri minori», a «prevenire la reiterazione dei reati», a «tutelare la persona offesa e la sua famiglia da qualsiasi intimidazione o ritorsione».

Giudizio
L’Autorità giudiziaria, a tutela del minore «può ordinare che si proceda a porte chiuse», «può disporre che il minore deponga in videoconferenza». Nei casi in cui «i rappresentanti legali siano in conflitto d’interessi con il minore, nomina un curatore speciale che, a spese dello Stato, ne rappresenti gli interessi».

Servizio di accompagnamento
Uno strumento importante indicato nella legge è il servizio di accompagnamento «che, oltre ad offrire un importante punto di ascolto, garantisce assistenza medica e sociale alle vittime e ai loro familiari. L’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica organizza inoltre, di concerto con il Servizio di accompagnamento, programmi di formazione per il personale del Governatorato circa i rischi in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento dei minori, nonché sui mezzi per identificare e prevenire queste offese e sull’obbligo di denuncia».

Reclutamento del personale
«Nella selezione ed assunzione del personale del Governatorato, nonché di coloro che prestano collaborazione in forma volontaria, deve essere accertata l’idoneità del candidato ad interagire con i minori». «La Commissione per la Selezione del personale si avvale del Servizio di accompagnamento per adottare orientamenti e definire procedure allo scopo di accertare l’idoneità dei candidati».

Entrata in vigore della legge
Il Pontefice stabilisce che la Lettera apostolica sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano e successivamente inserita negli Acta Apostolicae Sedis. Si dispone inoltre che il testo della legge, munito del sigillo dello Stato, sia depositato nell’Archivio delle leggi dello Stato della Città del Vaticano. Si dispone infine che il testo corrispondente sia pubblicato, oltre che nel Supplemento degli Acta Apostolicae Sedis, alla porta degli uffici del Governatorato e negli uffici postali dello Stato.

Linee guida per la protezione dei minori

Nelle linee guida si sottolinea tra l’altro che nella scelta degli operatori pastorali deve essere accertata, in particolare, «l’idoneità dei candidati a interagire con i minori, attraverso un’indagine adeguata e verificando anche l’assenza di carichi giudiziari pregiudizievoli». «Gli operatori pastorali devono ricevere una formazione adeguata circa i rischi in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento dei minori, nonché circa i mezzi per identificare e prevenire queste offese».

Attività pastorali
Nelle attività pastorali che coinvolgano minori, la tutela di costoro «deve assumere un carattere prioritario». Pertanto, nel corso delle loro attività, gli operatori pastorali devono «usare prudenza e rispetto nel relazionarsi con i minori», «fornire loro modelli positivi di riferimento», «essere sempre visibili agli altri quando sono in presenza di minori», «segnalare al responsabile qualsiasi comportamento potenzialmente pericoloso». Devono anche «rispettare la sfera di riservatezza del minore» e «informare i genitori o i tutori delle attività che vengono proposte e delle relative modalità organizzative». Gli operatori pastorali sono anche tenuti ad «usare la dovuta prudenza nel comunicare con i minori, anche per via telefonica e sui social network».

Comportamenti vietati
Agli operatori pastorali è inoltre severamente vietato «infliggere castighi corporali di qualunque tipo», «instaurare un rapporto preferenziale con un singolo minore», «lasciare un minore in una situazione potenzialmente pericolosa per la sua sicurezza psichica o fisica». È inoltre vietato «rivolgersi ad un minore in modo offensivo o assumere comportamenti inappropriati o sessualmente allusivi» e «discriminare un minore o un gruppo di minori». Agli operatori pastorali è poi vietato «chiedere a un minore di mantenere un segreto», chiedere a un minore di mantenere un segreto e «fare regali ad un minore discriminando il resto del gruppo». È infine vietato «fotografare o filmare un minore senza il consenso scritto dei suoi genitori o tutori» e «pubblicare o diffondere anche via web o social network immagini che ritraggano in modo riconoscibile un minore senza il consenso dei genitori o tutori».

Colpevoli rimossi dai loro incarichi
Nelle linee guida si sottolinea infine che «chiunque sia dichiarato colpevole di aver commesso uno dei reati di cui si parla nella Legge sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, sarà rimosso dai suoi incarichi». Gli sarà comunque offerto «un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale, nonché ai fini del reinserimento sociale».

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