Nell'ambito del progetto di sensibilizzazione promosso da Acli Lombardia e Centro Ecumenico Europeo per la Pace appuntamento alla Fondazione Cariplo aperto a tutti
Nell’ambito di un ampio progetto di sensibilizzazione al voto per le elezioni europee, di approfondimento sul futuro dell’Unione e sul decisivo ruolo che possono assumere cittadinanza attiva e prospettiva ecumenica, il Ceep (Centro Ecumenico Europeo per la Pace), in collaborazione con Acli Lombardia e il sostegno di Fondazione Cariplo, promuove il convegno «Una nuova Primavera Europea», in programma giovedì 21 marzo, dalle 9.30 alle 13, presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo a Milano (via Romagnosi 8).
A vent’anni dalla conferenza «Europa: Quadrare il cerchio», promossa dal Ceep e voluta da Carlo Maria Martini, che vide confrontarsi personalità fra le quali Ralf Dahrendorf, Jacques Delors, Bronislaw Geremek e Mario Monti, il Centro avverte oggi, in un momento così rilevante per il futuro dell’Unione, l’esigenza di convocare nuovamente alcuni importanti rappresentanti dell’europeismo contemporaneo, delle istituzioni civili e religiose, della società civile.
Se la Conferenza del 1997 mise a tema il dibattito inerente le modalità più idonee al fine di far convivere e prosperare il benessere e l’efficienza della vita economica, unendoli alla libertà e alla coesione della società civile, il convegno del 21 marzo si concentrerà su come rivitalizzare il progetto europeo, infondendovi nuova linfa, rafforzando le basi sociali e storiche della sua costruzione, ritornando ad assumere uno sguardo ampio e fraterno, soprattutto rispetto a popoli e nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. L’obiettivo è dunque quello di realizzare l’ideale esposto dal cardinale Martini proprio in quella occasione, quando egli insistette sulla necessità di un’Europa «non certo dei mercati, ma neppure solo degli Stati, delle regioni o delle municipalità. Un’Europa dei popoli e dei cittadini, degli uomini e delle donne; un’Europa riconciliata e capace di riconciliare; un’Europa dello spirito, edificata su solidi principi morali e per questo capace di offrire a tutti e a ciascuno spazi autentici di libertà e solidarietà, di giustizia e di pace».
Comunità, Valori (Pace), Parlamento, Società civile, Giovani generazioni sono le parole chiave su cui si sviluppa il progetto «Una nuova primavera europea» e che fanno da sfondo anche al convegno, che avrà al centro del dibattito i possibili futuri sviluppi istituzionali e politici che possano rendere l’Unione Europea un “contenitore” istituzionale meno astratto e identificato come lontano dalle istanze dei cittadini e più simile alla sua idea fondativa di grande promotore di dialogo, estensione dei diritti e inclusione del diverso.
Ecco il programma.
ore 9: accoglienza e welcome coffee
ore 9.30: saluti introduttivi (Giambattista Armelloni, presidente Ceep)
ore 9.45: «Semi di speranza per una nuova primavera europea», contributo alla riflessione (Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo; monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano; Ernesto Olivero, fondatore Sermig Arsenale della Pace –Torino; modera Annamaria Braccini, giornalista)
ore 11: «Un destino comune fondato sull’idea di giustizia» (Alberto Quadrio Curzio, presidente emerito Accademia nazionale dei Lincei; Silvano Petrosino, professore ordinario di Filosofia, Università Cattolica di Milano; Guido Formigoni, professore ordinario di Storia contemporanea, Libera Università di lingue e comunicazione Iulm di Milano)
ore 12.45: conclusioni (Roberto Rossini, presidente Acli).
«In alcuni passaggi l’Europa – spiega Giambattista Armelloni, presidente del Ceep – ha mancato il compito di offrire protezione contro le forze disgregatrici e atomizzanti della globalizzazione, della post-modernità e dell’avanzamento tecnologico, ma non è per questo meno urgente ritrovare le radici ideali e valoriali che hanno informato l’idea di Europa: il tentativo di passare da uno scenario di iper-competizione a un sistema, anche economico, basato sulla cooperazione e la collaborazione; la volontà di costruire una società fondata sulla solidarietà e imperniata su criteri di giustizia ed equità; l’aspirazione alla “pace perpetua”. È possibile pensare che questo “sogno europeo” sia ancora attuale solo se i cittadini e soprattutto i giovani si attivano per renderlo realtà: attraverso il dialogo e il confronto, l’educazione al rispetto e alla fratellanza, la costante predisposizione a pensarsi come parte di una comunità più ampia alla quale si può contribuire e che si può provare costantemente a migliorare, anche migliorandosi al suo interno».