Il ricordo del “prete del cinema” a sessant’anni dalla sua scomparsa punto di partenza del convegno promosso dall’Acec Milano e svoltosi in Cattolica alla presenza dell’Arcivescovo
di Gabriele
Lingiardi
Un ricordo commosso di don Giuseppe Gaffuri e un incoraggiamento a osservare e studiare i nuovi media come uno strumento di crescita e non solo come una minaccia. È quanto emerso da «Educare attraverso il cinema – La pedagogia dello spettacolo secondo il pensiero di con Giuseppe Gaffuri, il “prete del cinema”», convegno svoltosi questa mattina presso l’Università Cattolica di Milano alla presenza dell’Arcivescovo, che ha portato i suoi saluti ai presenti e ai molti volontari delle sale di comunità.
Un incontro fortemente voluto da don Gianluca Bernardini, presidente dell’Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) di Milano e responsabile del Servizio per il Coordinamento dei Centri culturali cattolici della Diocesi, che si è detto estremamente soddisfatto per «l’ampia e attiva partecipazione del pubblico e la profondità dei contenuti emersi».
L’evento ha costituito un importante momento di riflessione sulle possibilità pastorali che vengono offerte oggi dai nuovi media. La Generazione Z – quella dei nati dopo i cosiddetti millennials in un’epoca iperconnessa e ipermediata, in cui la presenza di internet è pressoché ubiqua e costringe a un quotidiano confronto con i media – è la principale destinataria di questi studi. Come ribaltare l’apparente minaccia educativa costituita dai costanti stimoli esterni ricevuti dai giovani? La risposta emersa dal convegno è nel modello proposto da don Gaffuri, “il prete del cinema”.
Il sacerdote, scomparso sessant’anni fa nel 1958, fu uno dei pionieri del cinema di comunità, proponendo studi sui media e utilizzando il film come strumento per evangelizzare e formare l’Italia del dopoguerra. Uno stile e una scelta educativa che può servire da stella polare ai molti animatori delle sale cinematografiche che, sempre più spesso, sono chiamati a ricoprire il ruolo di educatori. Una cosa è certa: la sala può ancora essere uno strumento per la comunità, in cui intrecciare relazioni positive, creare vissuti comuni e trovare chiavi di lettura della realtà.
La mattinata ha visto gli interventi di Paolo Alfieri, Pier Cesare Rivoltella, Mariagrazia Fanchi e Alberto Bourlot, docenti dell’Università Cattolica. Tra i presenti alcuni ex collaboratori di Gaffuri, commossi dalla proiezione del documentario Don Gaffuri, il prete del cinema, diretto da Simone Pizzi, che ha raccolto numerose testimonianze sull’opera del sacerdote, aiutando a ricordare un uomo che ha lasciato un segno indelebile in quanti hanno incrociato il suo cammino e il cui lavoro ha segnato profondamente la città e la Chiesa di Milano.