Nella Giornata nazionale di sensibilizzazione si rilancia il valore delle offerte deducibili, che aiutano a mantenere i sacerdoti e liberano risorse dell’8x1000 da destinare a opere di carità, e si invitano i fedeli laici a collaborare all’attività di promozione. I dati registrati in Diocesi
di Massimo
Pavanello
Incaricato diocesano Sovvenire
«Ogni prete o sciamano deve essere considerato colpevole fino a quando non viene dimostrata la sua innocenza». Lo appuntava mezzo secolo fa – in maniera generica – R.A. Heinlein, scrittore statunitense. Lo pensa anche oggi un numero non esiguo di persone, con riferimento a focus più settoriali. Uno di questi riguarda senza dubbio la gestione del denaro.
Eppure, «78.289 fedeli sono stati insieme ai sacerdoti», per parafrasare lo slogan della XXX Giornata nazionale per il sostentamento dei sacerdoti che si celebra domenica 25 novembre. Un gruppo di italiani, cioè, che lo scorso anno ha effettuato specificatamente una oblazione per il sostentamento dei preti. Con un leggerissimo incremento di donatori e donazioni. Queste offerte sono uno strumento, perequativo e di solidarietà, per sostenere l’attività pastorale dei 35 mila sacerdoti diocesani. Infatti, da 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato.
Nel 2017, a livello nazionale, sono state raccolte 102.820 offerte, per un totale di 9.609.811,21 euro (1,7% del fabbisogno). A completare la remunerazione mensile del prete intervengono, pertanto, altre voci: le fonti proprie dei sacerdoti (pensioni, stipendi da insegnamento…) 17,3%; parrocchie ed enti ecclesiastici 7,5%; redditi degli Istituti diocesani 7,4%; quota dall’otto per mille 66,1%. A un sacerdote appena ordinato vanno 860,66 euro al mese per 12 mensilità, mentre a un vescovo vicino alla pensione spettano 1.338,03 euro al mese per 12 mensilità. Cifre che dal 2008 – anno di inizio della crisi economica – si è scelto di non aggiornare, come segno di solidarietà per chi è nel bisogno. Tutto ciò nonostante la parte civile della Commissione paritetica Stato/Chiesa spingesse per un onesto adeguamento al rialzo.
Come si evince da questa semplice elencazione, l’offerta ha un valore doppio: è, innanzitutto, una scelta di corresponsabilità, nonché un ringraziamento a tutti i sacerdoti; ma è anche un modo per liberare risorse dell’8xmille da destinare, con una quota sempre crescente, a opere di carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.
Nella diocesi di Milano, pur restando proporzioni residuali, l’incremento del numero degli offerenti e dell’importo totale è stato più significativo. Nel 2017 gli ambrosiani che si sono recati in posta per questo scopo sono stati 14.366 (+ 2,1%), versando un importo totale di 1.661.524,42 euro (+ 0,5%). Su www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa sono riportati, nel dettaglio, i dati di tutti i Comuni della diocesi.
«È tempo di guardare ai sacerdoti come ministri dei sacramenti e del Vangelo che hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità che servono. E che sono affidati ai fedeli per il sostentamento», afferma Matteo Calabresi, responsabile del Sovvenire nazionale. Una modalità per rispondere a questo invito è pure quella di esporsi, da parte dei laici, trattando in prima persona l’argomento. Sarebbe opportuno, per esempio, che durante le Messe di domenica 25 novembre fosse un fedele a dare l’avviso della Giornata nazionale, spiegando brevemente la questione. Magari avvalendosi del sintetico testo presente tra il materiale giunto in ogni parrocchia. Oltre a incaricarsi di distribuire lo stesso.
Anche i media faranno la loro parte. Non ultimo, Facebook.