Visita di monsignor Delpini a terre e comunità appartenenti alla diocesi di Lugano, ma legate alla Chiesa di Milano da motivi storici e liturgici
di Annamaria
BRACCINI
È una visita certamente importante, quella che l’Arcivescovo compirà domenica 2 settembre in Svizzera, all’interno della diocesi di Lugano, ma in terre in cui è in uso il Rito ambrosiano e la cui storia ecclesiale si è intrecciata per secoli a quella della Chiesa di Milano. Infatti, da tempo immemorabile fino alla fine del secolo XIX, sotto il profilo ecclesiastico realtà del Canton Ticino sono state soggette in parte alla Diocesi di Milano e in parte a quella di Como. Celebri, fra tutte, le visite di San Carlo Borromeo alle cosiddette Tre Valli ambrosiane, ossia Leventina, Blenio e Rivera, aventi come Capo-Pieve la Chiesa di Biasca.
Invitato da don Ernesto Barlassina (prevosto di Tesserete) anche per ringraziare della sua nomina a Canonico del Duomo, monsignor Delpini sarà nel pomeriggio nell’antica Pieve di Capriasca, dove è pure in vigore il nostro Rito, pur non essendo territorialmente inserita nel Vicariato delle Tre Valli. A partire dalle 15.30, nella chiesa di Sant’Ambrogio di Ponte Capriasca, Delpini ammirerà l’affresco leonardesco de L’Ultima Cena, copia perfetta del Cenacolo vinciano. Seguirà la sosta al municipio di Tesserete con il sindaco Pellegrinelli e, alle 17, la celebrazione in Santo Stefano concelebrata dal vescovo emerito di Lugano, monsignor Pier Giacomo Grampa.
In mattinata, invece, l’Arcivescovo è atteso a Biasca, come spiega il prevosto monsignor Fabiano Guidicelli: «Ci fa piacere che abbia accettato di essere anche nella nostra Comunità. Il pensiero dell’Arcivescovo, che non dimentica di visitare le terre di Rito ambrosiano al di fuori della sua Diocesi, come ha già fatto in altre Chiese locali, mi sembra molto significativo».
A Biasca, alle 10, l’Eucaristia verrà concelebrata dal vescovo di Lugano monsignor Valerio Lazzeri…
Per l’occasione vedremo in un certo senso riuniti due legami: quello attuale con il nostro Pastore, ma anche il legame liturgico, mai venuto meno, con l’Arcivescovo di Milano, con la Diocesi che guida e con il Rito ambrosiano.
È ancora vivo il rapporto con la Chiesa di Milano?
Sì. Negli anni ci sono state parecchie visite di Arcivescovi ambrosiani: gli ultimi sono stati Giovanni Battista Montini, venuto nel 1961 per una visita privata, e il cardinale Martini, nel 1992. Al di là del Rito, sono ancora molte le vestigia di tale appartenenza ambrosiana, dal punto di vista artistico e del costume. Per esempio nella nostra chiesa dei Santi Pietro e Paolo sono raffigurati diversi momenti della vita di San Carlo Borromeo. Un altro forte legame è il fatto che il prevosto di Biasca e quello di Tesserete sono entrambi Canonici onorari del Duomo.