Don Ezio Borsani riflette sul significato e sul valore della visita dell’Arcivescovo per la comunità di Contramaestre e per la sua missione di “fidei donum”
di don Ezio
BORSANI
La visita di monsignor Delpini a Cuba è stata breve, ma bella e importante.
Bella perché semplice, spontanea, a contatto con la gente e la realtà delle nostre comunità. L’Arcivescovo ha dimostrato una disponibilità squisita nel contatto personale e una semplicità affettuosa con tutti, adattandosi in ogni situazione.
La visita, poi, è stata importante per la nostra gente perché, almeno nel caso della comunità di Contramaestre, dobbiamo affrontare tante sfide e difficoltà, ma in questa occasione la comunità si è sentita accompagnata, ha percepito di essere nel cuore e nella mente di un’altra Chiesa, quella di Milano, che si interessa di lei, collabora e prega, vive una comunione al di là delle differenze culturali e sociali. Questo è bello, incoraggiante, dà gioia per il nostro cammino.
Anche per me, fidei donum inviato dalla Chiesa di Milano a servizio della diocesi di Santiago, la visita di monsignor Delpini, don Antonio Novazzi e don Maurizio Canclini è stata motivo di incoraggiamento, gioia e comunione. Sentire concretamente che la mia esperienza missionaria è espressione della missionarietà di tutta la Chiesa milanese, che è con me nel cammino che sto vivendo, mi aiuta a vivere questo cammino con coraggio, a superare i momenti di solitudine o di sfiducia, oppure a non pensare che tutto dipende da me e a ricordarmi che sono solo un servitore, a servizio di un progetto più grande di me.
Ringrazio il Signore per avermi chiamato alla missione e mi affido alle vostre preghiere.