Sarà lo stesso Arcivescovo, insieme ai Vicari episcopali e all’équipe della Formazione permanente del clero, a guidare i preti più giovani nel viaggio nella terra dove convivono Chiesa latina, greco-cattolica e ortodossa. Ne parla don Andrea Regolani
di Ylenia
SPINELLI
“La ricerca di una spiritualità dell’ospitalità” è il titolo del pellegrinaggio pensato per i preti dell’Ismi, l’Istituto Sacerdotale Maria Immacolata e del secondo quinquennio di Messa, in programma a Kiev, capitale dell’Ucraina, dal 16 al 20 aprile. Ad accompagnare gli oltre cento preti delle ultime classi di ordinazione, che partiranno lunedì mattina dall’aeroporto di Orio al Serio, sarà l’arcivescovo Mario Delpini, insieme ai Vicari episcopali di Zona e di Settore e a tutta l’équipe della Formazione permanente del clero.
La Polonia, Sarajevo, la Sicilia sulle tracce di padre Pino Puglisi… Ogni volta si cerca una meta che possa permettere ai giovani sacerdoti ambrosiani il confronto con un’altra realtà di Chiesa. In questo senso l’Ucraina (la radice etimologica del nome significa “terra di confine”) sarà sicuramente un’ottima opportunità, visto che qui convivono la Chiesa latina, quella greco-cattolica e quella ortodossa. «L’Ucraina rappresenta il primo luogo di diffusione del cristianesimo tra le popolazioni slave – spiega don Andrea Regolani, responsabile Ismi dal settembre scorso -. Inoltre è la porta d’ingresso verso la Russia, con la quale i rapporti non sono sempre facili».
Ecco che allora il tema dell’ospitalità potrà essere toccato e vissuto dagli stessi pellegrini da diversi punti di vista: dall’ospitalità tra Chiese con storie e tradizioni diverse e altrettanto differenti modi di vivere la missione ecclesiale, fino all’ospitalità data ai profughi di guerra, visto che uno dei momenti più significativi di questo viaggio sarà la toccante testimonianza di alcuni di loro in una struttura di accoglienza.
La speranza per don Regolani è che gli ambrosiani possano rappresentare un punto di unione tra Chiese che si guardano a fatica e favorire dunque l’apertura, l’incontro, il dialogo, come auspicato anche dal Nunzio apostolico monsignor Claudio Gugerotti, che nelle scorse settimane è venuto a Milano a presentare il pellegrinaggio ai preti.
«Oltre alla Chiesa latina di Sant’Alessandro dove celebreremo la Messa – continua Regolani -, visiteremo la nuova cattedrale greco-cattolica e qui incontreremo l’arcivescovo maggiore, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk; suggestiva poi sarà la visita della Lavra, l’antichissimo monastero ortodosso con le grotte dei monaci, che risale all’inizio della presenza cristiana in quelle terre. Anche qui ci confronteremo con alcuni esponenti della Chiesa ortodossa».
Saranno dunque cinque giorni intensi, ricchi di cultura (l’ultimo giorno è in programma la visita guidata alla cattedrale ortodossa di Santa Sofia che ha una storia millenaria), incontri, testimonianze, ma anche di tanto raccoglimento e preghiera, senza trascurare il “caminetto” con l’arcivescovo Delpini il martedì sera.
«I preti, soprattutto nei primi anni di Messa, hanno bisogno di essere ascoltati, di mettere ordine nei propri pensieri – conclude don Regolani -. Credo che questo pellegrinaggio, con la preziosa presenza anche dei vicari episcopali, offrirà l’opportunità di momenti di dialogo personale, soprattutto durante i vari spostamenti».
L’auspicio è che il tema dell’accoglienza, che farà da filo conduttore di tutto il viaggio, possa poi portare i suoi frutti nella vita personale di ogni sacerdote ambrosiano e in quella delle comunità dove è chiamato a vivere il proprio ministero.