Nel giorno che ricorda l’uccisione di monsignor Romero, la Chiesa italiana si ritrova per celebrare una giornata di memoria di quanti hanno dato la vita per Cristo. Iniziative sul territorio
Il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucarestia, venne ucciso monsignor Oscar Arnulfo Romero, Vescovo di San Salvador. Attualmente Beato, sarà prossimamente canonizzato.
Da quell’evento prende ispirazione la celebrazione annuale di una Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri (24 marzo), sia per fare memoria di quanti lungo i secoli hanno immolato la propria vita proclamando il primato di Cristo e annunciando il Vangelo fino alle estreme conseguenze, sia per ricordare il valore supremo della vita, dono per tutti. Fare memoria dei martiri è acquisire una capacità interiore di interpretare la storia oltre la semplice conoscenza.
L’Apostolo Paolo nella sua Lettera ai Romani parla di vita nuova: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova».
È la vita evocata dall’immagine che appare sulla copertina dell’opuscolo per la Giornata di preghiera e digiuno per i Martiri Missionari: i resti di un antico battistero, quello della chiesa di Shivta nel deserto del Negheb, che richiama il senso profondo della rigenerazione in Cristo attraverso l’immersione di tutta la persona nell’acqua battesimale. È la vita alla quale sono chiamati non solo i martiri, nella loro suprema testimonianza del più grande amore (dare la propria vita per quelli che si amano), ma anche tutti e ciascuno di noi nella quotidiana testimonianza di una fede vissuta nella carità e amicizia verso quanti sono privati, ovunque nel mondo, di una vita in pienezza.
La giornata potrà essere celebrata nella data che ogni parrocchia o Decanato riterrà più opportuna.