Monsignor Delpini spiega di avere inteso riprendere «l’antica tradizione ambrosiana di assemblee ecclesiali più agili e frequenti, nella forma dei Sinodi minori», riletta «in una chiave più autenticamente sinodale, con il coinvolgimento della comunità cristiana»
Pubblichiamo il documento di indizione del Sinodo «La Chiesa dalle genti», sottoscritto dall’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, e dal Cancelliere arcivescovile, monsignor Marino Mosconi.
Sono passati più di ventidue anni dalla promulgazione del Sinodo diocesano 47° (1 febbraio 1995), che si riproponeva di farsi interprete del volto di «una Chiesa che opera un paziente discernimento, valutando con oggettività e realismo il suo rapporto con il mondo e con la società di oggi» (cost. 3 § 4). Questa stessa preoccupazione, ampiamente richiamata nel magistero degli Arcivescovi Dionigi Tettamanzi e Angelo Scola, esige ora l’aggiornamento di alcune parti del libro sinodale, che raccolga il frutto del cammino della Chiesa ambrosiana di questi anni e tenga conto dei rapidi cambiamenti intercorsi.
Una simile prospettiva non può che realizzarsi sapendo essere Chiesa sinodale ossia, come ricorda Papa Francesco, «una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare» (discorso per l’anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015). Non ritenendo opportuno, in questo momento, convocare un Sinodo diocesano (cann. 460-468), intendo riprendere l’antica tradizione ambrosiana di assemblee ecclesiali più agili e frequenti, nella forma dei Sinodi minori (cf Sinodo diocesano 45°, cost. 52), rileggendola tuttavia (come per certi aspetti aveva iniziato a fare l’Arcivescovo Giovanni Colombo) in una chiave più autenticamente sinodale, con il coinvolgimento della comunità cristiana.
Intendo valorizzare in particolare l’apporto del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale diocesano, secondo le potenzialità iscritte nei rispettivi statuti (Statuto Consiglio presbiterale, art. 55 e Statuto Consiglio pastorale diocesano, art. 18) e accogliendo le indicazioni di Papa Francesco su tali realtà: «soltanto nella misura in cui questi organismi rimangono connessi col “basso” e partono dalla gente, dai problemi di ogni giorno, può incominciare a prendere forma una Chiesa sinodale: tali strumenti, che qualche volta procedono con stanchezza, devono essere valorizzati come occasione di ascolto e condivisione» (discorso per l’anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015). Il lavoro dei due Consigli sarà guidato da un’apposita Commissione di coordinamento, da me nominata e avrà cura di coinvolgere, con la maggiore ampiezza ma nel rispetto di una tempistica limitata: i decani, la Curia arcivescovile, i presbiteri, i diaconi, i consacrati e i fedeli laici.
Avendo pertanto individuato nel Cap. 14 del Sinodo diocesano 47°, Pastorale degli Esteri, il tema che maggiormente abbisogna di essere rivisitato e avendo sentito il parere del Consiglio presbiterale (sessione del 31 ottobre 2017) e del Consiglio pastorale diocesano (sessione 25-26 novembre 2017), con il presente atto
indico il Sinodo minore sul tema
Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive.
Linee diocesane per la pastorale.
Questi i momenti principali del percorso sinodale:
1) la Commissione di coordinamento, a partire dall’ascolto effettuato dei Consigli diocesani e sulla base delle indicazioni del magistero, predispone un documento preparatorio, che ha lo scopo di definire le questioni su cui deve essere effettuato l’ascolto della comunità dei credenti;
2) il 14 gennaio 2018, in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato e nel contesto di un momento di preghiera, presenterò all’Arcidiocesi di Milano il documento preparatorio (proponendolo specificatamente ai decani nell’assemblea del 6 febbraio 2018) e chiederò la disponibilità di tutti ad affrontare il tema indicato nel documento, rispondendo alle sollecitazioni proposte;
3) la fase dell’ascolto si estende dal 14 gennaio 2018 fino alla successiva Pasqua (1 aprile 2018) e prevede due percorsi, che saranno precisati dallo stesso documento preparatorio: uno per i presbiteri (nei decanati e in altri contesti aggregativi di presbiteri, con particolare attenzione ai cappellani etnici e ai consacrati presbiteri che si dedicano maggiormente ai migranti), avente come interlocutore il Consiglio presbiterale e uno per gli altri fedeli (che intende valorizzare innanzitutto i consigli pastorali decanali, parrocchiali e di comunità pastorale, le comunità di migranti, i consacrati, soprattutto quelli più vicini al tema affrontato, i diaconi), avente come interlocutore il Consiglio pastorale diocesano;
4) la Commissione di coordinamento, sulla base dell’esito dell’ascolto, predispone lo strumento di lavoro da offrire ai Consigli diocesani, che nel frattempo dedicheranno parzialmente le sessioni del 13 febbraio 2018 (Consiglio presbiterale) e del 24-25 febbraio 2018 (Consiglio pastorale diocesano) alla sensibilizzazione dei consiglieri sul tema;
5) le sessioni del Consiglio pastorale diocesano del 21-22 aprile 2018 e del Consiglio presbiterale del 4-5 giugno 2018 sono dedicate, a partire dallo strumento di lavoro, a delineare le proposizioni in vista del documento sinodale, che dovranno avere la forma di vere norme giuridiche oppure di indicazioni programmatiche per l’avvenire, sempre con formulazioni sintetiche e avendo di mira l’azione pastorale della Chiesa particolare (cf per analogia quanto disposto nell’Istruzione In constitutione apostolica, 19 marzo 1997, V, 2, per il Sinodo diocesano);
6) l’assemblea dei decani che inaugurerà l’anno pastorale 2018/19 dibatterà le indicazioni emerse dai Consigli, fornendo i propri suggerimenti all’Arcivescovo;
7) la Commissione di coordinamento, sulla base delle proposizioni dei due Consigli e visto il parere dei decani, predispone una bozza unitaria, da proporre all’assemblea dei due Consigli;
8) sabato 3 novembre 2018 i due Consigli, riuniti in assemblea unitaria, votano il testo della bozza unitaria predisposta dalla Commissione di coordinamento con il metodo dei “modi”; l’assemblea si conclude con la celebrazione eucaristica in onore del grande pastore milanese Carlo Borromeo, che indisse i primi undici Sinodi diocesani ambrosiani;
9) l’Arcivescovo, con proprio decreto generale legislativo (can. 29), viste le indicazioni emerse dall’assemblea unitaria, promulga autorevolmente le nuove costituzioni, aggiornando e sostituendo quanto stabilito dal Cap. 14 del Sinodo diocesano 47°.
Durante l’intero svolgimento del percorso sinodale l’Arcivescovo si confronterà con il Consiglio Episcopale Milanese per le decisioni di rilievo poste alla sua attenzione.
I rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali o di altre religioni potranno essere interpellati come osservatori, nel corso del cammino sinodale, con le modalità che verranno in seguito precisate.
Affido ai Santi Ambrogio e Carlo e alla Vergine Santissima il cammino sinodale, perché aiuti la Chiesa ambrosiana ad essere sempre più fedele al suo Signore.
Milano, 27 novembre 2017
L’Arcivescovo
Monsignor Mario Delpini
Il Cancelliere arcivescovile
Monsignor Marino Mosconi