La testimonianze di Mariachiara Mazzola e Valeria Paino, due 19enni che consegneranno la Regola di vita all’Arcivescovo durante la Veglia in Duomo

di Nino PISCHETOLA

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Mariachiara Mazzola e Valeria Paino

Perché un 19enne oggi dovrebbe scrivere una Regola di vita e come questa «regola» può aiutare sul piano spirituale e nella vita quotidiana? Mariachiara Mazzola, che vive a Lentate sul Seveso e frequenta il quinto anno di liceo, con altri coetanei sabato 7 ottobre sarà in Duomo per consegnare la Regola di vita nelle mani dell’Arcivescovo durante la Redditio Symboli. Così risponde: «Per un giovane d’oggi ritengo sia molto importante avere una “regola di vita” a cui far riferimento, in quanto si vive in una società dominata dalla confusione e dalla monotonia. Poiché si rischia di essere spesso travolti dalla quotidianità, pensare e scrivere una “regola” ci sprona a ricordare ciò a cui noi, e non altri, puntiamo».

Valeria Paino, dell’oratorio salesiano di Sesto San Giovanni, studentessa al primo anno di università, sottolinea: «La stesura della Regola di vita ti porta a riflettere su alcuni punti della tua vita. Ti permette di fare un punto della situazione e capire quali sono i punti forti e quelli deboli del nostro rapporto con Dio, con il prossimo e con noi stessi. La stesura e la consegna della Regola di vita rappresentano il coronamento del percorso che abbiamo incominciato il giorno del Battesimo, proseguito con la Comunione, la Cresima e la partecipazione al gruppo in oratorio. Rappresenta la nostra consapevolezza di essere cristiani e la nostra scelta di proseguire questo cammino».

Nella sua Regola Mariachiara ha inserito questi tre impegni: preghiera, condivisione e servizio-testimonianza. I «punti fermi» a cui Valeria vuole «rimanere fedele», sono la «vita della comunità» e la testimonianza «nella vita di tutti i giorni». Ma che legame c’è tra il cammino nel gruppo dei 19enni e la comunità? «Il legame si esprime – spiega Mariachiara – mettendosi al servizio in oratorio e partecipando attivamente alla celebrazione eucaristica, tenuto conto che nel mondo di oggi non è scontato che un giovane spenda del tempo nella Chiesa». «Il gruppo dei 19enni non è un incontro fine a se stesso – aggiunge Valeria -. È sia un luogo di ritrovo con gli amici, ma anche un luogo dove crescere, discutere, confrontarsi. E dove impari ad aver più voglia di dare che di ricevere. È proprio questo insegnamento che cerco di mettere in pratica come educatrice dei ragazzi delle medie».

 

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