Valentina, 18enne milanese, racconta il fine settimana trascorso a portare aiuto con Caritas nelle zone alluvionate e i legami di solidarietà creati con le popolazioni

I ragazzi del Tito Livio a Faenza
I ragazzi del Tito Livio a Faenza

Valentina ha 18 anni, è di Milano e si appresta a sostenere gli esami di maturità al liceo Tito Livio. Partire come volontaria in Emilia Romagna le è stato proposto dal suo insegnante di religione, che ha contattato tutti gli studenti maggiorenni della scuola, lanciando loro l’idea di recarsi nelle zone colpite dall’alluvione durante un weekend, tramite Caritas.

Perché hai scelto di andare ad aiutare le persone colpite dall’alluvione?
Ho scelto di partecipare perché avevo già fatto qualche piccola esperienza di volontariato, ma mai nulla di così grande; soprattutto, non mi ero mai spostata per fare volontariato. L’alluvione mi aveva toccato fin dall’inizio, perché sono una persona sensibile alla questione dei cambiamenti climatici e dei conseguenti disastri ambientali. Quindi, quando ho saputo che c’era l’opportunità di andare ad aiutare le persone colpite dall’alluvione in Romagna mi sono subito detta: «Sì, è una bella esperienza, posso dare il mio piccolo contributo».

Cosa hai trovato al tuo arrivo?
Appena arrivati, mi ha fatto un po’ impressione… Le strade erano pulite, ma in alcune parti ancora bianche. Faceva impressione vedere che c’erano alcune zone della città in cui la gente aveva ricominciato a vivere normalmente, ma in altre zone c’erano ancora pezzi di case completamente devastate, macerie in strada, oppure spazzatura in giro. Si poteva vedere anche la linea del fango sulle case, si poteva vedere quanto erano state riempite le case dal fango. È stato toccante vedere persone vestite per andare in università, al lavoro o uscire normalmente e poi persone ancora impegnate a pulire le loro abitazioni.

Come ti hanno accolto al tuo arrivo?
Si dice sempre che gli emiliani sono un popolo accogliente… Ecco, io confermo che è proprio vero! Noi siamo abituati a Milano, dove ognuno sta sulle sue. Lì invece, a ogni nostro piccolo contributo, tutti erano pronti a ringraziarci e a rendersi disponibili ad aiutare anche loro. Per esempio, noi stavamo aiutando a pulire delle zone in università e la gente del posto passava e ci ringraziava costantemente. Molte persone si sono addirittura fermate ad aiutarci. Si è davvero sentita la fratellanza e la solidarietà di una città unita pronta e desiderosa di ripartire.

Cosa hai fatto di concreto?
All’inizio siamo andati in una scuola materna per pulire, ma purtroppo alcuni attrezzi nel pomeriggio hanno smesso di funzionare e quindi alcuni di noi si sono spostati in università. Il giorno dopo ci hanno fornito nuovi attrezzi e siamo tornati alla scuola materna, dove siamo riusciti a pulire tutto un piano.

Un episodio significativo?
Mentre stavamo pulendo la scuola, un signore che abitava lì vicino ha visto che eravamo un po’ in difficoltà e si è subito messo gli stivali ed è arrivato a darci una mano. Il fatto che in un secondo questo signore sia uscito da casa sua per venire ad aiutare noi è stato molto bello. Ho ritenuto questo suo gesto molto gentile.

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?
Sicuramente il legame creato tra tutti i volontari. Alla fine della giornata del sabato tutti i volontari si sono radunati in piazza ed erano lì ancora tutti sporchi di fango a chiacchierare e cantare. Ognuno raccontava agli altri cosa aveva pulito durante quella giornata. È stato un bellissimo momento, perché eravamo tutti lì insieme, da zone diverse dell’Italia, ognuno con motivazioni differenti, ognuno aveva pulito parti diverse, però si vedeva il piccolo contributo di ognuno e il grande effetto che in realtà faceva nel complesso. Anche noi ci siamo resi conto che il nostro piccolo contributo in realtà era stato grande: abbiamo iniziato sabato a pulire la scuola materna e quando siamo andati via la domenica pomeriggio abbiamo visto come, con il piccolo contributo mio e dei miei compagni, la scuola fosse già migliorata in soli due giorni. Un piccolo sforzo da parte nostra grazie al quale però si sono visti subito dei risultati soddisfacenti. Mi sono sentita molto soddisfatta. È stata un’esperienza che ha soddisfatto più me di quanto io abbia aiutato gli altri. Il volontariato ha fatto più bene a me che agli altri che hanno ricevuto. Il nostro aiuto probabilmente è stato davvero gratificante.

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