Al termine della visita pastorale un’ampia intervista di cui proponiamo la versione filmata. Il mensile diocesano racconta anche dell’«espulsione» del ceto medio dalla città e dell’aiuto del Fondo Diamo Lavoro a centinaia di disoccupati
Una metropoli che respinge il «ceto medio operoso» – fatto di giovani, famiglie, lavoratori a inizio o metà carriera – costringendolo a spostarsi nei Comuni dell’hinterland o delle province confinanti a causa di un costo dell’abitare ormai insostenibile. Un processo di erosione che sta svuotando la città della sua componente più creativa e “relazionale”, lasciando sì immutata l’immagine internazionale e scintillante per cui è sempre più conosciuta, ma facendole perdere parte della sua identità.
È una Milano «bella senz’anima», quella raccontata nel servizio di copertina de Il Segno di maggio 2023, che analizza attraverso varie voci un effetto non molto considerato nel dibattito sul caro-casa. Tra esse, quella della docente del Politecnico Elena Granata, che punta il dito anche contro le «precise scelte urbanistiche» che hanno innescato il fenomeno. Gabriele Rabaiotti, urbanista ed ex assessore a Welfare e Casa, parla invece della strategia ancora possibile di creare quei «mix sociali» che evitano il formarsi di ghetti abitativi. Mentre l’attuale assessore Pierfrancesco Maran descrive le politiche che il Comune sta tentando per fronteggiare l’aumento degli affitti. Non mancano le voci di chi ha dovuto lasciare Milano e di chi è invece ben lieto di accogliere i “milanesi” nel suo Comune.
«Una città dell’anima»
Conclude idealmente la sezione un’intervista all’arcivescovo Mario Delpini (vedi sopra), il quale racconta il “sogno” che la città gli ha suscitato durante la lunghissima visita pastorale ormai quasi conclusa: il sogno che essa diventi «una città dell’anima, delle piazze e del buon vicinato». Delpini racconta la metropoli di oggi, invita a ragionare sui flussi e sul tempo della città dei giorni feriali e del fine settimana.
Mentre Martino Liva, tra i redattori del Rapporto sulla città 2022 della Fondazione Ambrosianeum, pone una domanda provocatoria: il famoso “modello Milano” guarda ai milanesi come cittadini o solo come spettatori paganti?
Il Fondo, un servizio che funziona
Tra le altre sezioni della rivista diocesana da citare la presentazione dei risultati del Fondo Diamo Lavoro gestito da Caritas Ambrosiana, un servizio pensato per ricollocare i disoccupati che ha tra i suoi punti di forza il finanziamento di tirocini di prova mirati (evitando l’ostacolo spesso insormontabile del colloquio), l’affiancamento di un esperto del lavoro e corsi di formazione finalizzati e in accordo con le aziende. Cifre alla mano, il servizio funziona: finora sono state oltre mille le persone inserite in un percorso di riqualificazione e la metà di loro ha ottenuto un lavoro fisso.
Chiesa, una presenza in evoluzione
Infine, dopo il lungo servizio di aprile, segnaliamo l’approfondimento sulle 194 Comunità pastorali formatesi finora (e che coinvolgono 660 parrocchie della diocesi). Per il teologo don Paolo Carrara esse sono una scelta necessaria, ma insufficiente. La sfida ora è dare risposte sul senso della presenza ecclesiale nel 2023; facendo attenzione alla «retorica sul protagonismo dei laici» nella vita ecclesiale.
Come cambia il Seminario
La “Riconfigurazione della vita comunitaria del Seminario”, voluta dall’Arcivescovo, è approfondita attraverso le parole di don Enrico Castagna, rettore del Seminario arcivescovile: più spazi e tempi condivisi da tutti i seminaristi e un anno di “vita comunitaria” nelle parrocchie per rafforzare il ponte verso la realtà esterna. Non mancano le testimonianze di futuri giovani preti e di chi lo è diventato due anni fa: in “Vita da prete” don Andrea Budelli indica la sfida quotidiana, stare in modo diverso in tante realtà diverse.
Verso la Gmg
A pochi mesi dalla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, i giovani ambrosiani sono attesi dalla Chiesa di Porto per il gemellaggio: un’occasione per conoscere più da vicino la Chiesa portoghese in una delle Diocesi più grandi del Portogallo. Il vicario episcopale don Mario Antonelli invita i giovani a sentirsi «inviati della Diocesi», in uno scambio fecondo accomunato dall’unico Vangelo.
Manzoni, Milani e Olmi
Maggio è anche tempo di celebrazioni: come sottolinea nell’editoriale il direttore don Fabio Landi, ognuna dovrebbe essere un’occasione per ridare linfa al presente e non per elogiare un passato lontano. Così i 150 anni dalla morte di Manzoni potrebbero offrire l’opportunità di rileggere I promessi sposi e riscoprirne l’attualità e l’ironia. Secondo don Paolo Alliata sono un invito a ridestarsi dal torpore e a essere responsabili del proprio tempo.
Ricorrono poi i cento anni di don Lorenzo Milani, di cui Innocente Pessina, insegnante, già preside del Liceo Berchet di Milano e responsabile della Fondazione don Lorenzo Milani per il nord Italia, spiega “il segreto”, nonché i cinque anni dalla morte di Ermanno Olmi, che parla anche del suo rapporto con il sacro in un’intervista inedita nel film di Marco Manzoni in uscita proprio a maggio.