Sul numero di aprile del mensile diocesano il punto sulle Comunità pastorali, quasi 200 nate negli ultimi 17 anni: un modello ecclesiale meno centrato sul campanilismo e con un grande spazio per i laici

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«La Chiesa sta cambiando perché sta cambiando il mondo». Spiega così il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi, su Il Segno di aprile, quel processo avviato ben 17 anni fa che ha portato alla nascita delle Comunità pastorali nella Diocesi ambrosiana. Oggi sono 194 e coinvolgono 660 parrocchie (il 59,78% del totale). Le Comunità pastorali non sono e non vogliono essere come “super parrocchie”, ma realtà capaci di lavorare insieme per annunciare il Vangelo e rispondere alle tante esigenze del territorio. La più piccola Comunità pastorale conta 1.487 abitanti distribuiti in tre parrocchie, nel Decanato di Asso, la più grande 48.289 abitanti in sole cinque parrocchie, nel Decanato di Cologno Monzese.

Il parroco, responsabile di Comunità pastorale, resta in carica 9 anni ed è aiutato da altri sacerdoti e da laici. In alcuni casi sono presenti anche “famiglie a Km 0”, in pratica coppie di laici (e relativi figli) che dopo aver vissuto un’esperienza missionaria all’estero, collaborano con i preti e sono punto di riferimento per la comunità. In una inchiesta che riporta tutti i dati finora inediti, il mensile diocesano racconta anche quattro Comunità pastorali con le voci dei protagonisti, ognuno alle prese con modelli diversi a seconda delle caratteristiche della zona in cui operano.

Its, una via nuova per il lavoro

Il servizio di copertina di questo numero è invece dedicato al “caso” degli Istituti tecnici superiori (Its). Nati in Italia nel 2010, su un modello tedesco, questi percorsi biennali post diploma, ancora semi sconosciuti ai più, sono oggi 128 con quasi 20 mila studenti. In Lombardia sono 20, con 1.430 iscritti (dati Indire 2020): l’82% dei diplomati (80% a livello nazionale) trovano lavoro a 12 mesi dal diploma, con alcuni corsi che toccano punte fino al 94%. La carta vincente è la collaborazione con le imprese nella definizione dei corsi.

Tra gli altri servizi, Il Segno di aprile si occupa dei senza fissa dimora, dimostrando con i dati della Fiopsd che non esiste solo l’emergenza freddo e che «la strada uccide anche d’estate», e molto spesso. Nel 2022 c’è stato il numero più alto di decessi -393 – rispetto ai due anni precedenti. I motivi di morte sono: eventi esterni e traumatici (46%), incidenti di trasporto (15%), aggressioni o omicidi (9%), annegamenti (6%), incidenti (4%), cadute e altri eventi accidentali (4%).

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