Le Vie Crucis quaresimali con l'Arcivescovo animate dai racconti di quanti hanno partecipato alle ultime edizioni della Giornata mondiale, come Sofia Riccardi a Panama e Gabriele Pogliana a Cracovia
di Letizia
GUALDONI
In questo tempo di Quaresima, nell’atteso anno della Giornata mondiale della Gioventù, non potevano che essere i giovani i protagonisti delle Vie Crucis con l’Arcivescovo (leggi qui).
Sono stati loro, nelle sette Zone pastorali, ad animare in modo speciale questi momenti: portando la Croce della Gmg dei giovani ambrosiani, coinvolti nei commenti al Vangelo e nella intensa, e sincera, testimonianza condivisa simbolicamente da un giovane all’inizio di ciascuna celebrazione.
Come Sofia Riccardi, che nella Zona VII, a Cassina De’ Pecchi, raccontava l’ultima Giornata mondiale della Gioventù, nel 2019, quando partì per Panama per incontrare tutti i pellegrini che venivano da ogni parte del mondo, ma visitando prima le missioni del Pime a Città del Messico e ad Acapulco. Per tentare di spiegare cosa ha significato per lei, ha preso tra le mani il libretto che l’ha accompagnata in quei giorni. Basta sfogliarlo: non c’è uno spazio, i margini sono invasi, fitti fitti, dalle tante riflessioni che voleva scrivere e appuntarsi, con il desiderio di “buttarle giù” e poi sistemarle.
Vivere in pienezza
Forse anche altri che hanno già vissuto un’esperienza di Gmg potranno riconoscersi, nel percepire di Sofia, in quei momenti più nitidamente, una pienezza di vita (a richiamare quella del quaderno), che è legata fortemente all’incontro con le persone già conosciute – gli amici storici – e poi con altri giovani che non si conoscevano, ma che in poco tempo si è sentiti “amici”.
Racconta Sofia: «Gli altri ragazzi con cui siamo partiti, le famiglie che ci hanno accolto nelle loro case e gli altri giovani che come noi si erano messi in cammino verso la Gmg, verso il Papa… Tutti mi hanno lasciato la voglia di vivere la vita con la stessa pienezza anche nel quotidiano, la voglia di dire, come ha detto il Papa durante la Veglia, il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatori di una promessa. Oltre alla voglia di vivere pienamente, quella Gmg mi ha lasciato anche con tantissime domande. L’ultimo giorno ho scritto: “Forse riparto con più domande che risposte, ma in senso positivo”. Poi riprendevo ciò che un’altra ragazza aveva detto: “Vedendo la mia vita, non potrei dire che Dio non c’è neanche se volessi” e mi dicevo: “È una cosa che vorrei dire io tutti i giorni e non sempre ci riesco, spesso è difficile, spesso non ci riesco; questa volta è così, e questa volta è una certezza, è un momento in cui io ho visto Dio e che porterò con me negli anni a venire”».
Domande del cuore
Dopo Cracovia, Gabriele Pogliana è pronto a rimettersi in cammino per Lisbona. Un viaggio da intraprendere tenendo una domanda accesa nel cuore, facendo esperienza di un amore autentico: «Nel 2016 papa Francesco aveva detto ai giovani: “Per seguire Gesù […] bisogna avere una dose di coraggio”, per “camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare con gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio”. Ecco, oggi, – ha assicurato Gabriele nella testimonianza alla Via Crucis di Castellanza (per la Zona IV) – dico di sì a questa esperienza perché sento il bisogno di ricordare (cioè riportare al cuore) cos’è la Chiesa tutta: silenzio festoso che vede al centro Gesù».
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