Nella Zona VII il primo rito quaresimale presieduto dall'Arcivescovo e animato dai partecipanti alla prossima Giornata mondiale della Gioventù
di Annamaria
BRACCINI
«Dai giovani ci aspettiamo non che siano perfetti o supereroi, ma che siano uomini e donne di questo tempo, giovani di oggi che, avendo incontrato Gesù, sveglino alla vita la vecchia Europa e comunichino la gioia. Questa croce, che ha abbattuto il muro di separazione tra i popoli e costruisce pace, croce da cui viene ogni speranza, è il segno del nostro cammino nel segno della pace. Noi non siamo di quelli che non si aspettano niente e camminano adagio verso un sepolcro, noi abbiamo la responsabilità della convocazione dell’Europa».
Verso Lisbona
Nella buio della sera, all’aperto, di fronte alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Cassina de’ Pecchi, sono oltre un migliaio i fedeli che, con l’Arcivescovo, concludono la prima delle 7 Viae Crucis quaresimali (una per ogni Zona pastorale, questa è per la VII), convocate con il titolo «Portate nel mondo la Croce di Cristo».
Protagonisti quest’anno sono i giovani, in vista della Gmg che si svolgerà in agosto a Lisbona. A loro, infatti, è stato affidato il compito di portare la grande croce realizzata con legni di provenienti dai diversi continenti (ma tutti di scarto), a significare l’incontro delle culture e la sobrietà degli stili di vita (leggi qui). Secondo quanto avvenne nell’aprile del 1984, quando Giovanni Paolo II decise di affidare simbolicamente alla gioventù del mondo la prima croce, che divenne semplicemente «la croce della Gmg».
E, cosi, preceduti da tanti bimbi, chierichetti, adolescenti e giovani, la croce della Gmg ambrosiana precede i molti che partecipano al rito articolato in 4 Stazioni – la IV, VIII, XI, XIV -, che si avvia dal piazzale della metropolitana. Vicini all’Arcivescovo, i sacerdoti, con il vicario episcopale di Zona monsignor Antonio Novazzi, il responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa e decano di Cernusco sul Naviglio don Massimo Donghi e la diaconia della Cp. Presenti anche le autorità civili con il sindaco Elisa Balconi, i militari, i volontari.
La testimonianza
Tra lo sferragliare dei treni della metropolitana che partono e arrivano, a leggere la sua testimonianza è Sofia, 24 anni, di Bresso: «Nel 2019 sono partita per vivere la Gmg di Panama. Per dire cosa hanno significato per me quelle giornate, forse il modo più semplice è quello di farvi vedere questo libretto che ho usato nella Gmg, dove ho scritto dappertutto, su ogni pagina, e che mostra bene quello che è stata per me: una pienezza di vita. La possibilità di vivere una situazione nuova, differente, insieme a tutta la Chiesa giovane, per mettermi di fronte con serietà alle domande fondamentali della vita, è stato un dono inestimabile. Spero che la Gmg per i giovani di quest’anno possa essere la stessa occasione di ricchezza».
E sono ancora dei giovani, tra cui una coppia di futuri sposi di Cassina, a proporre i brevi commenti ai brani di Vangelo letti nelle singole Stazioni, su cui si riflette, in silenzio, pregando e camminando tra le vie della cittadina, seguendo le moltissime fiammelle poste a terra, ai margini delle strade e delle piazze, ma che sono ovunque anche su balconi e finestre (compresa la sede del Municipio), a indicare la luce del Signore.
L’omelia
Arrivati infine sul sagrato della parrocchia, l’Arcivescovo – in riferimento al brano del Vangelo di Luca 24 con le donne che si recano al sepolcro – propone la sua riflessione.
«Vanno di fretta coloro che sono convinti che chi arriva dopo perde sempre qualche cosa, mentre camminavano adagio, le donne in quel cammino, come quando si va verso le tombe. Non si aspettano più niente. Così cammina talora l’umanità: corre per non perdere l’occasione di uno spettacolo, di un guadagno, di un primato, ma quando si avvicina al discorso, allo spettacolo, al rito di morte, cammina lentamente. L’umanità frenetica e ambiziosa, quando si mette in cammino verso l’ultima destinazione, cammina adagio e non si aspetta niente».
Eppure al sepolcro, come narra la pagina evangelica, appaiono due uomini in abiti sfolgoranti – per Matteo e Giovanni due angeli, ma Marco parla di un giovane – che dicono che «la tenebra non è l’ultimo destino».
Giovani come quelli della Gmg: «La parola giovane, anzi nuova, è l’annuncio che i giovani sono convocati a Lisbona in estate per la Giornata mondiale dalle Gioventù. Loro andranno viaggiando in fretta, andranno cantando, andranno insieme, contenti. A Lisbona incontreranno un uomo che cammina con fatica, papa Francesco, ma il vecchio Papa ha una parola di fuoco da consegnare ai giovani d’Europa e noi aspettiamo uno stupore. Che cosa diranno questi giovani a quelli che camminano adagio verso il sepolcro, malati di rassegnazione e di malinconia, di bei ricordi e di chiacchiere di desolazione? Diranno: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”».
Questo, insomma, ci si aspetta dai giovani: «Lo stupore che rinnova la Chiesa, quella parola che scuote dalla rassegnazione. Per voi adulti, per voi vecchi, per te Europa senza speranza e senza bambini, è il momento di svegliarti dalla tua rassegnazione, di vincere le tue paure, di lasciarti stupire dalla promessa della vita nuova».
Poi – ormai è sera inoltrata -, il momento dell’adorazione, il Padre nostro recitato coralmente, l’invito di monsignor Novazzi a sottoscrivere l’appello dell’Arcivescovo per chiedere la pace e il gesto simbolico della consegna della croce che passa dai giovani della Zona VII a quelli della IV per la prossima Via Crucis, che si svolgerà martedì 7 marzo a Castellanza.
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«Portate nel mondo la Croce di Cristo», Via Crucis quaresimale