Sabato 11 febbraio monsignor Delpini presiede la celebrazione in Santa Maria di Lourdes alle 10 e visita due Rsa
Sabato 11 febbraio la Chiesa celebra la XXXI Giornata mondiale del malato, sul tema «“Scoperchiarono il tetto” (Mc 2,4). Una comunità che si fa carico del malato è sanata e sanante». Presso il Servizio diocesano per la Pastorale della Salute (piazza Fontana 2) sono disponibili i materiali predisposti dalla Cei per l’animazione pastorale della Giornata: manifesto, locandina, immaginetta, scheda pastorale e scheda liturgica. È possibile ritirarli senza prenotazione, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 16 (si possono anche scaricare da qui).
La celebrazione diocesana della Giornata ha come sempre il suo punto di riferimento nella parrocchia di Santa Maria di Lourdes a Milano (via Induno 12). Tra le numerose Messe in programma sabato 11, segnaliamo quella delle 10, presieduta dall’Arcivescovo, e quella delle 15.30 con la benedizione eucaristica ai malati, e, alle 21, la Processione mariana aux flambeaux con benedizione finale alla Grotta.
Sempre sabato 11 febbraio, l’Arcivescovo effettuerà due visite con momenti di preghiera in altrettante Rsa: alle 11.30 alla Mater Gratiæ di Milano (via Corrado II il Salico 50) e alle 15 alla Santa Caterina di Settimo Milanese (via Giovanni Paolo II 10/12).
Il convegno
Venerdì 10, invece, vigilia della Giornata, l’Arcivescovo introdurrà la tavola rotonda nella sessione pomeridiana del convegno internazionale di medicina perinatale in programma all’Hotel Sheraton Milan San Siro (via Caldera 3, Milano).
Il convegno nasce dall’esperienza dell’Associazione Difendere la vita con Maria, che nel 2015 rese operativo un numero verde nazionale (Fede & Terapia 800969878). Fra le problematiche emerse, quella del disorientamento delle famiglie davanti a malattie o a gravi diagnosi. Gli enormi progressi raggiunti in questi anni dalla medicina perinatale permettono oggi di poter intervenire spesso in modo risolutivo. Lo strumento che manca alle famiglie, però, è quello di un orientamento capace di offrire, in maniera rapida e sicura, ogni informazione circa il luogo dove determinate patologie vengono prese in carico.
Per rispondere a questa esigenza, l’Associazione Difendere la vita con Maria e l’organizzazione di Volontariato Internazionale Mary for Life stanno lavorando alla creazione di un Osservatorio permanente sulle malattie perinatali, per costituire una rete di immediato utilizzo, a servizio delle famiglie e delle strutture sanitarie in Italia e nel mondo: in accordo con l’Arcidiocesi, questo Osservatorio vorrebbe essere dedicato a Santa Gianna Beretta Molla, nel contesto delle celebrazioni per il centenario della sua nascita; il convegno del 10 febbraio, con il patrocinio dell’Ufficio della Pastorale della Salute della Cei, costituisce il primo tassello di questo progetto.
I partecipanti sono in gran parte provenienti dall’ambito medico sanitario (medici, studenti di medicina, ostetriche, psicologi, ecc), nonché giuristi, sacerdoti e associati della Mary for Life, dei Cav lombardi e del Movimento per la Vita Ambrosiano. Il programma (leggi qui) prevede al mattino le relazioni medico-scientifiche e al pomeriggio la tavola rotonda, moderata da Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire.
Sempre venerdì 10, alle 16, l’Arcivescovo incontrerà i medici nella sede dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (via Lanzone 31). È la prima visita di un Arcivescovo nella “casa dei medici”.
Il messaggio
Così monsignor Delpini spiega la ragione che sta alla base di questa serie di incontri e il messaggio che desidera comunicare: «Che nessun malato sia solo, che nessuna famiglia sia lasciata sola nel prendersi cura di un familiare bisognoso di assistenza. Non tutti sono operatori che possono curare i malati, tutti però possono prendersi cura degli altri. Tutti possiamo fare qualche cosa per contrastare la solitudine. I discepoli di Gesù ricordano la sua promessa di benedizione: “Venite benedetti del Padre mio (…) perché ero malato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25, 34ss). Benedette sono le persone, le associazioni, le istituzioni che si fanno carico di abbattere l’isolamento di chi è malato e delle famiglie che si fanno carico di malati, anziani, disabili».
E ancora, prosegue l’Arcivescovo, «mi reco in questi luoghi perché sento un dovere di gratitudine. Uno sguardo pieno di meraviglia riconosce il bene incalcolabile che tiene viva l’umanità. Gli operatori in ambito sanitario e socio-assistenziale sono testimoni di una dedizione ammirevole. Il popolo immenso dei volontari, la creatività di associazioni e l’intraprendenza di singole persone sono espressione di quella verità buona dell’umanità che a stento si nota, ma è il segno della gloria di Dio di cui è piena la terra».
Infine, conclude, «la ricerca della sapienza conduce a esplorare le vie della fragilità e della malattia. Sono vie che tutti i figli degli uomini devono prima o poi percorrere. Ma si può esservi trascinati per forza, dall’imprevedibile contingenza della nostra vita precaria. È più saggio praticare la prossimità e la familiarità che si mette alla scuola del soffrire, del limite, del realismo della vita e impara a pregare, a pensare, a sperare. Verrà la malattia, verrà la morte: il sapiente che sa pregare attraverserà il deserto, senza disperare. Sa della terra promessa».