È il motto della Giornata nazionale dell’8x1000 alla Chiesa cattolica: da questa risorsa la Diocesi, attraverso la Caritas, ha stanziato 266 mila euro per magazzini, empori e il Refettorio Ambrosiano

di Massimo PAVANELLO
Incaricato diocesano Sovvenire

8 x 1000

«Giovanni mangiava la metà e beveva il doppio. Rita lievitava, ma non per sazietà. Il suo ventre era pieno d’aria. Quando e come l’8×1000 alla Chiesa cattolica ha cambiato la loro vita? Chiedilo a loro».

Questo jingle non è nel bouquet degli spot che scorrono attualmente sugli schermi televisivi (info www.8xmille.it). Ma chi vive nella diocesi di Milano sa che è altrettanto vero. I due personaggi, assistiti dalle mense diocesane, hanno ritrovato una nuova esistenza attraverso lo spunto di un corretto menù.

Tra poco sarà aperto un altro luogo d’eccellenza, lascito della Chiesa per l’Expo, dove tutti i Giovanni e le Rita potranno rivolgersi: il Refettorio ambrosiano che unirà il buono (cibo) al bello (location) e che si trova nei pressi della Stazione Centrale.

Per la rete di magazzini ed empori e per il Refettorio Ambrosiano la diocesi, attraverso la Caritas, ha stanziato quest’anno 266 mila euro presi dall’8×1000.

La Giornata

Questo esempio è uno tra i tanti che potranno dare contenuto alla Giornata nazionale dell’8×1000 che si celebrerà il 3 maggio p.v. col motto: «Una firma che cambia la vita».

In quella domenica le parrocchie potranno presentare pure i molti progetti, sostenuti dal cespite nazionale, di cui tutti i territori hanno goduto. Ne citiamo solo uno per Zona pastorale. Quello cui, nel 2014, è andata la cifra minore. Non è un criterio curioso. È il segno che l’8×1000 irrora le vene più periferiche del tessuto diocesano e non solo le arterie principali: Centro Ambrosiano di aiuto alla vita (5mila euro); Parrocchia S. Antonio Brunella – carcere Varese (3mila euro); Casa di Accoglienza – Scuola per stranieri – Decanato Asso (500 euro); Parrocchia S. Maria Assunta Gorla Maggiore, per progetto Sichem (3mila euro); Centro di Ascolto – Caritas Decanale Desio (8mila euro); Parrocchia S. Michele Arcangelo Bellinzago Lombardo (mille euro); Parrocchia S. Giorgio – Limbiate (10mila euro).

La diocesi ha distribuito inoltre, sempre derivanti dalle firme poste sulla dichiarazione dei redditi, 7.293.362,44 euro per esigenze di culto e pastorale, oltre a 6.086.795,05 per interventi caritativi diretti. Già i macro numeri evidenziano come negli ultimi anni il trend della ripartizione si stia spostando sul settore della carità. Ma è il dettaglio delle uscite (pubblicato su www.chiesadimilano.it) che conferma il dato. Mostrando come indirettamente anche diverse voci attribuite alla pastorale siano in realtà indirettamente di pertinenza caritativa. 

Dal gettito generale sono tornati in loco poi 20 milioni circa,
gestiti dall’IDSC, utilizzati per l’integrazione della remunerazione dei quasi 2mila preti operanti in diocesi.

La dimensione della condivisione, che emerge dalla elencazione sopra citata, è riconosciuta e stimata non solo dai credenti. L’alto numero di firme per la Chiesa cattolica lo testimonia.

Il ruolo delle parrocchie

Come alimentare e promuovere questa condivisione?

Quest’anno, ad esempio, le parrocchie hanno ricevuto un kit contenente schede prestampate per raccogliere la firma di quanti non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. Basterebbe che qualche volontario si offrisse per questo servizio e un primo passo sarebbe fatto. L’accettazione parrocchiale della firma dell’8×1000 ha il vantaggio ulteriore di recepire congiuntamente quella per il 5×1000 a favore, ad esempio, di qualche soggetto locale. 

Il Servizio nazionale del Sovvenire a tal proposito ha pure indetto un concorso (www.ifeelcud.it).

L’occasione del rinnovo dei consigli parrocchiali, appena votati, offre poi la possibilità di adempiere ad una incombenza richiesta dalla normativa: indicare un nominativo – all’interno del CAEP, ma non necessariamente – che si occupi del Sovvenire collaborando con l’ufficio diocesano durante l’intero anno.

 

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