Presso i Barnabiti di Eupilio l'ultimo appuntamento sul territorio tra l'Arcivescovo e sacerdoti, diaconi e religiosi. Il Vicario monsignor Maurizio Rolla: «Dal confronto preparatorio è emersa l'importanza di non temere di inoltrarsi nel cambiamento in atto»
di Luisa BOVE
Martedì 7 marzo si conclude il percorso a tappe dell’Arcivescovo che in poche settimane ha incontrato tutto il clero ambrosiano. L’ultimo appuntamento sarà dalle 10 alle 14 presso Villa Sant’Antonio Maria Zaccaria dei padri Barnabiti a Eupilio (Como), dove si raduneranno i preti della Zona pastorale III.
Un territorio, quello di Lecco, che comprende 181 parrocchie, 208 sacerdoti diocesani e 19 religiosi, con 8 diaconi permanenti. A spiegare come si è svolto il cammino di preparazione in vista dell’incontro con il cardinale Scola, è monsignor Maurizio Rolla, Vicario episcopale di Zona: «C’è stato un confronto tra i preti di Decanato, come suggerito a tutto il clero diocesano, a partire dalla scheda che la Formazione permanente del clero ha messo a disposizione nel sussidio Si diedero la destra. Uno spaccato attorno a considerazioni, sottolineature e domande per una più coerente e consapevole presenza, innanzitutto in questa Chiesa ambrosiana, accanto alle donne e agli uomini battezzati e non, di oggi e di domani».
Che cosa è emerso dal vostro confronto?
Mi sembra siano emerse queste attenzioni: ci si accorge che il cambiamento d’epoca è realmente in atto e si accompagna a un lento, ma inesorabile, cambiamento anche delle forme del ministero. La consapevolezza, talvolta vissuta con eccessiva resistenza, che da “soli” – pur cercando di non mortificare sensibilità, creatività e passione personali – si imboccano vie che finiscono per essere su nostra misura, un po’ comode, e su cui non passa nessuno se non i “nostri”. Non bisogna aver paura di inoltrarsi e stare, con onestà e con una punta di lungimiranza, nella realtà, individuando tempi e spazi nuovi di ascolto e di annuncio del Vangelo. Incontrarsi per incontrare e non rischiare di perdersi in stratagemmi e scorciatoie fatte di chiacchiere e… distintivo.
Quali le difficoltà maggiori?
La fatica della concreta fraternità, un mai sopito clericalismo, il cambiamento in atto che sembra confondere e dividere.
Cosa vi attendete dalla visita dell’Arcivescovo?
La conferma e il rilancio di un imprescindibile legame con lui, tra di noi, con il popolo di Dio, con la storia che ci precede e ci sorpassa, con il creato. Con la Trinità.